Fuorilegge! Essere audaci, andare fino in fondo, passare all’attacco

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C’è un legame stretto e profondo che unisce le operazioni repressive (giudiziarie e poliziesche) degli ultimi mesi contro gli organismi, gli aggregati e anche i singoli esponenti del movimento popolare. Non c’è nulla di casuale nella serie di denunce, condanne, arresti, limitazione della libertà che hanno colpito Movimento NO TAV (gli arresti con accusa di terrorismo di Chiara, Nico, Mattia e Claudio e le multe comminate a Perino e altri esponenti di primo piano per centinaia di migliaia di euro), il M5S (con le denunce a Grillo per aver partecipato alle manifestazioni in Val Susa e per aver “arringato” le forze dell’ordine a “passare con i dimostranti” nelle giornate del 9 dicembre), il M9D (con la repressione poliziesca in occasione dell’ “assedio di Roma” dell’8 febbraio), il centro promotore della manifestazione del 19 ottobre (con gli arresti domiciliari per Di Vetta e Faggiano e misure cautelari per altri 15). A queste operazioni vanno aggiunti gli arresti fra il movimento dei disoccupati di Napoli e la repressione e le operazioni sporche (aggressioni, ricorsi disciplinari, ecc.) contro l’area di sinistra CGIL che anima l’opposizione alla Camusso (in questo caso non si tratta di repressione poliziesca o giudiziaria, ma è l’apparato sindacale che, come già accaduto in passato, fa la sua parte di lavoro sporco).

E’ un legame stretto, cioè per quanto ognuno di questi aggregati, organismi, coordinamenti siano diversi fra loro (e in certi casi anche scollegati o in contrapposizione), vengono colpiti in quanto tutti sono a vario titolo rappresentativi di settori popolari che si stanno attivando e mobilitando contro la crisi, i suoi effetti e i suoi responsabili. Ciò che ogni dirigente, portavoce, coordinatore “testa pensante” di ognuno di questi aggregati ancora non vede (o magari intuisce, ma l’intuizione non è ancora un progetto, un programma, un piano di intervento e di sviluppo), lo vedono bene i vertici della Repubblica Pontificia: per loro è potenzialmente più pericoloso ciò che accomuna questo variegato fronte (la provenienza di classe, il ruolo di rottura) che ciò che (ancora) lo divide e frammenta.

E’ anche un legame profondo, perché ognuno di questo aggregati ha da condividere non solo l’esistente, ma soprattutto la prospettiva. Cioè vengono colpiti non solo per quello che sono oggi, ma per quello che possono diventare: il nucleo costituente e promotore del Comitato di Salvezza Nazionale, il “brodo di coltura” da cui vengono i suoi membri. Che questa prospettiva sia realistica e oggettiva non è in discussione, benché il processo per cui si realizza è tutt’altro che lineare. Nel corso della storia, e in particolare giusto nel periodo più simile a quello attuale, durante la prima crisi generale, abbiamo già visto movimenti che nascono a sinistra (anche influenzati dal movimento operaio e socialista) e finiscono alla destra estrema, braccio armato e classe di governo per conto della borghesia imperialista (e in fondo il fascismo è stato questo). Ma questa dinamica, possibile e realistica anch’essa, dipende non tanto da quanto un movimento è “puro” (nessun movimento popolare può esserlo), ma da quanto i comunisti riescono a dargli prospettive, a valorizzarlo, a orientarlo affinché contribuisca alla lotta per instaurare il socialismo, che oggi nel nostro paese passa per la costruzione di un governo di emergenza popolare.

Metterne dieci contro uno. Il fatto che “in Italia non si muove niente e nessuno” è ormai la convinzione dei disfattisti, dei superficiali e degli opportunisti. Tutto e tutti si muovono in forme e con metodi propri (necessariamente efficaci solo fino a un certo punto: è un movimento in larga misura spontaneo e che non procede verso un obiettivo unitario, non ha metodi e strumenti unitari, non è ancora orientato da una scienza) che dipendono prevalentemente dalle concezioni sedimentate dalla composizione di classe e dal senso comune.

Il concetto è tanto semplice da capire, quanto faticoso da applicare (occorre una forzatura, occorre una trasformazione): finché ci si difende e si parano i colpi del nemico, la capacità di ognuno di resistere assorbe tutte le forze e le energie. Occorre passare all’attacco. Occorre che i settori popolari che ognuno di questo aggregati raccoglie siano chiamati alla guerra contro le autorità che ci stanno soffocando e stanno devastando il nostro paese. Sono disposti a farlo, lo si vede già da mille esempi. Sono disposti a imparare a farlo in modo più incisivo, costruttivo, propositivo. Chi è disposto a chiamarlo alla guerra, a chiamarli alla lotta a insegnare loro a vincere?

Quanto più saranno decisi i portavoce, gli esponenti, dei movimenti popolari ad assumere il ruolo di orientamento complessivo della mobilitazione popolare e quanto più romperanno gli indugi per passare all’attacco, per mettersi, dieci contro uno, contro i vertici della Repubblica Pontificia, tanto meno le organizzazioni fasciste e reazionarie avranno acqua in cui nuotare.

Stiamo dicendo, precisamente, che questa è la fase in cui la mobilitazione rivoluzionaria contende il campo e il terreno alla mobilitazione reazionaria. Non sulla base di confini definiti (razzismo sì o no, nazionalismo sì o no, ecc.), ma sulla base di un percorso di lotta che ha l’obiettivo di governare il Paese.

Il Comitato di Salvezza Nazionale (CSN). I dirigenti della sinistra sindacale e dei sindacati di base, gli esponenti sinceramente democratici della società civile, gli esponenti della sinistra borghese non accecati dal loro anticomunismo devono fin da subito costituirsi in Comitato di Salvezza Nazionale (o Comitato di Liberazione nazionale o comunque lo si voglia chiamare) che

– si colleghi con le organizzazioni operaie e popolari, almeno le principali, di ogni zona del nostro paese,

– mobiliti tecnici, scienziati e quanti hanno esperienza e capacità professionali perché collaborino a mettere a punto misure e provvedimenti, alternativi a quelle del governo dei professori milionari, nei settori principali della vita del paese (in modo via via più dettagliato ed esteso, dal livello locale su su fino a quello nazionale),

– chiami i funzionari pubblici a non obbedire al governo Monti-Napolitano che è stato installato e opera in violazione della Costituzione,

– stabilisca relazioni con i movimenti, le organizzazioni e le istituzioni che in Europa e nel resto del mondo sono disposte a rompere con le imposizioni della comunità internazionale degli speculatori.

La formazione del Comitato di Salvezza Nazionale è solo la dichiarazione della volontà e la preparazione a costituire il Governo di Blocco Popolare, ma da un lato rompe con la tendenza a restare sul terreno della rivendicazione e della protesta, dall’altro rompe con la tendenza a concentrare l’attenzione e la mobilitazione delle masse popolari principalmente o esclusivamente sul terreno elettorale.

Governo di Blocco Popolare (GBP). Un governo d’emergenza formato dalle organizzazioni operaie e popolari (OO e OP), che gode della loro fiducia e opera grazie al loro sostegno e ha il compito di far fronte agli effetti più gravi della crisi attuando il programma riassunto nelle seguenti sei misure generali:

1. assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa),

2. distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi,

3. assegnare a ogni persona un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato),

4. eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti,

5. avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione,

6. stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

Su questa base il GBP potrà prendere provvedimenti di ordine generale quali l’abolizione del debito pubblico (tutelando i risparmi delle masse popolari), la nazionalizzazione delle banche, ecc. facendo fronte efficacemente al sabotaggio, al boicottaggio, al blocco dei beni italiani all’estero, al rifiuto delle normali operazioni bancarie legate al commercio e agli scambi internazionali e alle altre misure che i governi, le istituzioni finanziarie e commerciali, le banche e le altre autorità del sistema imperialista mondiale adotteranno in collaborazione con una parte delle classi dominanti italiane.

La garanzia del successo del GBP non sta principalmente nelle buone intenzioni e nell’onestà individuale delle persone che lo comporranno. Sta principalmente nel legame dialettico tra esso e le OO e le OP:

– deve essere composto da persone che godono della fiducia delle OO e OP e decise a dare forma e forza di leggi ai provvedimenti che le OO e OP indicano caso per caso per attuare nel caso concreto le sei misure generali, anche se sono provvedimenti che vanno contro gli interessi e le regole dei vertici della Repubblica Pontificia e delle istituzioni del sistema imperialista mondiale,

– una volta costituito, le OO e OP avranno il compito di indicare caso per caso i provvedimenti che il GBP deve adottare, di farli applicare o applicarli direttamente, di stroncare ogni tentativo di boicottarne o sabotarne l’attività

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