Il 21 febbraio si รจ conclusa la prima tornata del congresso della CGIL, il cuore del congresso, le assemblee di base che hanno coinvolto direttamente gli operai e gli altri lavoratori a discutere della linea sindacale, della situazione e del che fare. Non abbiamo i dati completi, ma solo quelli parziali pubblicati sul sito del documento โIl sindacato รจ unโaltra cosaโ e i rapporti dei compagni del nostro partito che vi hanno partecipato arriveranno quando questo numero del giornale sarร giร in stampa. Alcune cose perรฒ sono chiare fin da ora.
I congressi di base sono stati caratterizzati da manovre di ogni tipo per impedire ai compagni del secondo documento di prendervi parte (dal rifiuto dei permessi sindacali alle assemblee indette, disdette e riconvocate allโultimo momento) fino ai brogli veri e propri (urne aperte dopo le assemblee quando i rappresentanti del secondo documento non erano presenti e da cui โmagicamenteโ esce il 100% dei consensi al primo documento, tesserati deceduti fatti risultare tra i votanti, assemblee in cui risulta presente, altrettanto magicamente, il 100% degli iscritti mentre invece la tendenza generale รจ quella di una partecipazione bassa). E da un attacco crescente contro la sinistra interna: Fabrizio Burattini (componente del Comitato Direttivo nazionale della CGIL e firmatario insieme a Cremaschi ed altri del documento congressuale โil sindacato รจ unโaltra cosaโ) deferito al Comitato di garanzia per aver definito incostituzionali alcuni articoli dellโAccordo del 31 maggio 2013, lโavvertimento al segretario della FIOM Landini (sotto forma di richiesta della โiscrittaโ Camusso al Collegio Statutario Nazionale di stabilire se siano illegittimi e sanzionabili eventuali comportamenti di Landini atti a non rispettare le decisioni del Direttivo CGIL in merito al Testo Unico) fino allโaggressione di stampo squadrista per impedire a Giorgio Cremaschi, Nico Vox e altri sostenitori del secondo documento di prendere la parola a unโassemblea sindacale a Milano. Lโoperato della destra CGIL chiarisce per chi ne avesse ancora bisogno lโuso che, se passa, la direzione della CGIL farร del Testo Unico sulla Rappresentanza e fa il paio con gli attacchi repressivi che le autoritร stanno conducendo contro esponenti del movimento di resistenza popolare. Queste manovre e questi attacchi restringono ulteriormente gli spazi di democrazia interni alla CGIL e mostrano la spudoratezza dei nipotini di Craxi ed ex soci di Sacconi che la dirigono, ma se vediamo solo questo aspetto non andiamo lontano: giustamente tanti esponenti dei sindacati di base dicono che la CGIL non รจ nuova a simili pratiche contro i delegati combattivi, che la CGIL oggi fa contro Cremaschi e gli altri promotori del secondo documento quello che ieri, quando erano in CGIL, faceva contro di loro. Quello che invece รจ foriero di sviluppi รจ se vediamo il nervo che gli attacchi e le manovre scoprono: la destra che dirige la CGIL incontra difficoltร crescenti a soffocare lโostilitร tra gli iscritti alla CGIL e tra i lavoratori, sa di essere seduta sul โbarile di polvereโ dello scontento per la linea che da concertativa รจ diventata di complicitร aperta con padronato e governo. Un โbarile di polvereโ che per esplodere ha bisogno di nuovi centri di aggregazione costituiti dai sindacalisti combattivi, dagli operai e dagli altri lavoratori avanzati, dai comunisti e che essi alzino il tiro. Le denunce agli organi competenti interni alla CGIL servono a poco, e allora vanno accompagnate alla denuncia pubblica della โpolizia politicaโ che opera in CGIL e alla costituzione di comitati di lotta dei delegati e di iscritti colpiti dai provvedimenti disciplinari (non lasciare piรน che ognuno vada da sรฉ). Ma soprattutto alzare il tiro nel senso di organizzare e mobilitare direttamente la base degli iscritti, a partire da dove ci sono le condizioni migliori per farlo.
E qui veniamo allโaltro aspetto, quello principale, che emerge giร dai dati parziali. โIl sindacato รจ unโaltra cosaโ ha ottenuto la maggioranza (o comunque un numero di voti che i promotori non si aspettavano) in alcune fabbriche importanti. Non solo quelle dove qualche maligno dirร che era scontato (โsono le roccaforti di quellโestremista di Cremaschiโ) come ad esempio la Same (Treviglio-BG) e la Piaggio (Pontedera-PI), ma anche alla Perini (LU), alla FIAT di Melfi, di Atessa, di Termoli e di Mirafiori a Torino, allโAlenia e alla Fincantieri (NA), allโAvia (Rivalta-TO), alla Necta (BG) e alla Invatec (BS), alla Marcegaglia (LC), alla Ducati Motors (BO), ecc. In varie fabbriche metalmeccaniche, anche dove il primo documento รจ passato visto che il gruppo dirigente della FIOM ha continuato a promuoverlo come proprio, gli operai hanno votato compatti lโodg presentato dalla stessa FIOM contro il Testo Unico sulla Rappresentanza. In altre ancora sono stati votati ordini del giorno per le dimissioni della Camusso. Eโ la cosa piรน importante, la vera posta in gioco della battaglia congressuale, quella che va valorizzata, coltivata e fatta crescere. Eโ possibile farlo? Eโ possibile per i promotori del secondo documento se faranno dei nuclei di operai e di lavoratori combattivi a cui hanno โacceso la fiammaโ e non dellโesito del congresso il punto di partenza della loro azione (non saranno cioรจ elettoralisti) per promuovere una linea di lotta efficace e dโattacco. Ma soprattutto possiamo e dobbiamo farlo noi comunisti, facendo diventare i legami che abbiamo instaurato durante le assemblee congressuali e lโorientamento che abbiamo promosso tra di essi la base per promuovere (e allargare) le mille iniziative di base e tradurre nel concreto la linea di โoccupare le fabbriche e uscire dalle fabbricheโ.
Il Testo Unico sulla Rappresentanza ha incrinato lโasse Landini-Camusso, la convergenza del gruppo dirigente della FIOM sulla linea della complicitร e della collaborazione aperta con padronato e governo. Adesso la destra CGIL sta cercando di parare i colpi con un referendum fatto con modalitร tali da โvincere facileโ (chiamando a votare tutti gli iscritti e non solo i lavoratori delle aziende che firmano contratti con Confindustria, senza che sia garantita la presenza dei promotori del no at Testo Unico, senza che sia stata fatta unโinformazione capillare dei motivi del NO, ecc.). Il 26.02.14 si รจ tenuto il Direttivo Nazionale della CGIL โche ha discusso del congresso e della consultazione sul Testo Unico sulla rappresentanza proposta dalla segreteria. La consultazione si farร a marzo, e sarร svolta con assemblee unitarie con CISL e UIL, poi voteranno solo gli iscritti CGIL, i pensionati non votano. Oggetto della consultazione sia il 10 gennaio sia il 31 maggio 2013. Noi abbiamo confermato il nostro rifiuto dellโaccordo incostituzionale e considerata priva di valore una consultazione che si svolga con tutte le falsitร del congresso. Landini e la vecchia area โLa CGIL che vogliamoโ hanno contestato la consultazione perchรฉ non sono previsti la presentazione e il controllo del voto da parte delle due posizioni.A conclusione del dibattito, sia noi sia Landini abbiamo deciso di non partecipare al voto dichiarando il rifiuto della consultazione proposta dalla segreteria. Lavoro e societร ha votato a favore. Landini ha annunciato che convocherร un nuovo Comitato centrale della FIOM per decidereโ (dal sito della Rete 28 Aprile). Il Comitato centrale della FIOM deve decidere, quello che รจ sicuro รจ che vari delegati FIOM, con in testa quelli della FIAT, hanno giร detto la loro a proposito del referendum.
16.01.14 – Fiat – Lettera di delegati e delegate
Al segretario generale della Fiom Cgil.
Ai componenti del comitato centrale Fiom Cgil
Coerentemente con la posizione tenuta nella vicenda Pomigliano e Mirafiori, in linea con la costituzione italiana nella quale noi tutti ci riconosciamo e di cui noi tutti siamo garanti, chiediamo alla FIOM CGIL nazionale di ritirare immediatamente la richiesta fatta alla CGIL nazionale di indire un referendum tra gli iscritti della CGIL atto a determinare lโaccettazione o meno dellโaccordo sottoscritto dalla nostra confederazione con CISL, UIL e Confindustria del 10 gennaio 2014.
Accordo del tutto anticostituzionale! Unโintesa che mette in discussione i diritti indisponibili delle persone non puรฒ essere in alcun modo legittimata dal voto di chicchessia, cosรฌ come sempre sostenuto nella vertenza FIAT sul Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCSL) e che ha visto riconosciute le nostre ragioni anche dalla Corte costituzionale.
Se tre anni fa questa presa di posizione era legittima allโinterno di unโazienda, oggi lo รจ ancor di piรน allโinterno del nostro sindacato.
Questa nota non a caso รจ sottoscritta da soli lavoratori del gruppo FIAT iscritti alla FIOM, che serenamente decisero di non sottostare al ricatto di Marchionne e che coerentemente non cambiano idea oggi che a chiedere il referendum รจ il nostro segretario.
Delegati FIOM del gruppo FIAT:
Principio Di Nanni (indotto Sata Melfi )
Pina Imbrenda (Sata Melfi )
Antonio Lamorte (Sata Melfi )
Domenico De Stradis (Sata Melfi )
Antonio Gravinese (Sata Melfi )
Stefania Fantauzzi (Fiat Termoli )
Massimo Fierro (Fiat Termoli )
Mimmo Cappella (Fiat Termoli )
Leonardo Di Maio (Fiat Termoli )
Ernesto Marcovicchio (Fiat Termoli)
Fabio Dilio (Fiat Termoli)
Francesca Felice (Sevel Atessa)
Mimmo Loffredo (Rsa Fiat Pomigliano)
Vincenzo Chianese (Rsu Ergom)
Giuseppe Violante (Rsa Maserati)
Rsa Fiom Ferrari Maranello