Oggi 12 febbraio 2014 si è svolta la prima udienza del processo che coinvolge alcuni studenti che nel 2010 parteciparono alle manifestazioni contro il DDL Gelmini e in difesa della Scuola Pubblica, in giorni che vedevano mobilitati cittadini e studenti di tutto il Paese.
L’udienza di oggi è stata molto importante perché ha delineato la strada processuale di alcuni degli imputati che hanno scelto di procedere con il rito ordinario, il che significa andare a dibattimento pieno con l’accusa. La scelta fatta da questi studenti non attiene solo all’aspetto “tecnico – giuridico” della questione, ma anche e soprattutto a quello politico.
Il processo politico che stanno affrontando può essere considerato un banco di prova della repressione nei confronti dei movimenti in lotta in questa città.
Una città alla sua prima esperienza in processi del genere, che si trova quindi a fronteggiare un esempio di vera e propria repressione poliziesca.
Non a caso gli unici teste dell’accusa sono agenti della DIGOS.
Davanti a questa consapevolezza la scelta degli imputati che hanno scelto il rito ordinario lancia un messaggio chiaro su quale sia l’atteggiamento necessario ad affrontare processi di questo tipo: trasformare l’accusatore in accusato. Dobbiamo essere noi a mettere sul banco degli imputati coloro che reprimono il dissenso e portano a processo degli studenti con l’accusa di quindici minuti di interruzione di pubblico servizio per aver difeso anche a Siena l’istruzione da un attacco senza precedenti.
L’Università, che stà andando a rotoli, grazie anche al DDL Gelmini, rappresenta uno degli indotti più importanti per questa città e la presenza degli studenti è sostanziale per la sua economia. Tutto questo accade contestualmente al più grosso scandalo finanziario degli ultimi anni che vede coinvolta una delle banche più antiche e importanti del mondo, una banca che, da bene comune, è stata ridotta a strumento di potere e profitto per le lobby politiche e finanziarie.
Esprimiamo piena solidarietà a questi studenti ed esortiamo la cittadinanza ad esprimersi e schierarsi a fianco di coloro che ogni giorno lottano per costruire un’alternativa al disordine nel quale la politica dell’interesse ci ha gettato.