Potere e volontà politica. Ecco il socialismo!

Anzitutto il socialismo è il potere delle masse popolari organizzate, delle organizzazioni degli operai e delle masse popolari. Le organizzazioni operaie e popolari devono prendere nelle loro mani il governo del paese, a tutti i livelli e in tutti i campi e imporre le loro misure alla borghesia, al clero e ai loro sostenitori e convincere il resto delle masse popolari, quelle non ancora organizzate, delle buone ragioni delle misure del loro governo. Per la loro natura, per la posizione che occupano già nella società capitalista, gli operai sono la parte delle masse popolari più capace di organizzarsi. Quindi possono e devono avere un ruolo di esempio e di guida per il resto delle masse popolari: nell’organizzarsi, nel coordinarsi tra loro a livello nazionale, nella determinazione con cui perseguiranno l’obiettivo di prendere il potere. Solo con una fitta rete di organizzazioni operaie e popolari coordinate tra loro e decise a instaurare il socialismo, il socialismo può diventare un fatto.

Ma quali misure prenderà il governo socialista? La sostanza di queste misure consiste nel trasformare le aziende capitaliste in agenzie pubbliche, governate dagli operai organizzati. Nella società capitalista la stragrande maggioranza dei beni e servizi usati nella vita corrente sono prodotti e distribuiti da aziende capitaliste che operano ognuna secondo gli interessi del capitalista che ne è il padrone, per valorizzare il suo capitale, fare profitti. Di fatto queste aziende costituiscono già un sistema collettivo, costituiscono a livello nazionale, e in larga misura già anche a livello internazionale, una rete di aziende ognuna delle quali vive grazie alle altre, può funzionare solo se anche le altre aziende funzionano, come già si vede bene per i reparti di una stessa azienda: ogni azienda lavora materiale prodotto da altre aziende e quello che produce va ad altre aziende. Ma questo stato di cose che i capitalisti stessi hanno creato, loro per loro natura non lo riconoscono, non possono riconoscerlo, perché ognuno è “il funzionario del suo capitale”: legato a valorizzare il suo capitale, vendendo a chi paga meglio e comprando da chi vende a prezzi minori. Nazionalizzando le aziende capitaliste, il governo socialista fa diventare ognuna di esse un’agenzia pubblica che produce quello che il governo della società (le istituzioni pubbliche incaricate della pianificazione e organizzazione della produzione dei beni e servizi) gli chiede di produrre, con le risorse (di materie prime, di energia e di mezzi di produzione) che le sono assegnate e consegna i suoi prodotti alle agenzie indicate. Avviene a livello dell’intero paese quello che già avviene all’interno di una grande azienda capitalista: ogni reparto lavora per gli altri reparti, sa quello che deve produrre, riceve quello di cui ha bisogno e sa a chi deve consegnare il suo prodotto.

Che organizzare in questo modo la produzione di beni e servizi di un intero paese è possibile, è abbastanza facile capirlo. E in questi ultimi decenni l’informatica ha creato ulteriori mezzi che rendono ancora più semplice progettare il funzionamento coordinato delle agenzie pubbliche di tutto il paese ed estendere il coordinamento alle agenzie di altri paesi disposti a collaborare. È solo una questione di potere e di volontà politica. Ci vuole un governo che lo voglia fare, bisogna che i lavoratori, le masse popolari si diano un governo che lo vuole fare. Tutto il resto si risolve con relativa facilità: adottare universalmente il criterio che ogni adulto deve dare il suo contributo al funzionamento delle agenzie produttive, quanto e dove deve lavorare ogni individuo, l’assegnazione a ogni individuo dei beni e servizi messi a sua disposizione, per il consumo privato suo e della sua famiglia.

Un’obiezione corrente: ma un sistema del genere, dove ogni individuo ha un lavoro assicurato e riceve beni e servizi per il consumo privato, funzionerebbe? Non abbiamo visto nella seconda metà del secolo scorso i primi paesi socialisti decadere di fronte ai paesi capitalisti fino a crollare ed essere assorbiti?

Questa obiezione si basa sul fatto che nelle società borghesi i ricchi non lavorano e ognuno di loro consuma per cento o per mille lavoratori. Ovviamente molti lavoratori sono ammirati della condizione dei ricchi (i ricchi si ergono a modello di umanità) e vorrebbero fare come loro. Da qui nasce il senso comune che se si può avere senza faticare, perché lavorare? Il governo socialista, le organizzazioni operaie e popolari devono impedire che chi cerca di imitare i ricchi possa farlo. I primi paesi socialisti (che erano tutti paesi economicamente arretrati) avevano per anni fatto grandi passi in avanti nel progresso economico (e in ogni altro campo della civiltà). La loro decadenza è incominciata quando i dirigenti hanno incominciato a ritagliarsi privilegi, accampando ragioni che a prima vista a molti sembravano ragionevoli: questa fu la sostanza delle “riforme” introdotte in Unione Sovietica a partire dal 1956 (XX Congresso del PCUS) da Kruscev e dai suoi seguaci che la borghesia e il clero (Vaticano in testa) di tutto il mondo tanto applaudirono. Ai dirigenti si aggiunsero i delinquenti e il regime dei privilegi e dell’irresponsabilità è dilagato, mortificando e demoralizzando la massa dei lavoratori. Una lezione che abbiamo imparato proprio dall’esperienza dei primi paesi socialisti e di cui terranno conto le organizzazioni operaie e popolari dei futuri paesi socialisti: con la convinzione e con la costrizione bisogna mettere in riga ogni individuo che cerca di vivere alle spalle degli altri, di non fare la sua parte, di imitare i ricchi di oggi. Non è vero che per natura ognuno cerca di fare il meno possibile e non fa se non è costretto dal bisogno. Basta vedere quanti sforzi e accorgimenti devono metterci gli educatori e le autorità della società borghese per educare ogni giovane a fare quello che gli fa guadagnare soldi. I ricchi usano le loro abitudini di parassiti e i loro vizi per cercare di convincere che ogni uomo e ogni donna farebbe come loro, se solo lo potesse. Ma non è vero. La loro morale e la loro cultura sono solo la proiezione della loro natura.

Altro che “natura umana”…

Dal Manifesto Programma del (nuovo) PCI

A quelli che ci obiettano che se ogni individuo ha secondo i suoi bisogni, se si toglie quindi il pungolo del bisogno e l’incentivo del tornaconto individuale si spegnerà ogni creatività e ogni attivismo nella produzione e nella vita sociale,

noi mostriamo che la stessa realtà della società borghese nega la loro affermazione.

Milioni di semplici lavoratori salariati svolgono con passione e iniziativa il loro lavoro, nonostante la miseria del salario e le condizioni di asservimento, di mortificazione della creatività e di precarietà in cui i padroni li obbligano a lavorare. Milioni di donne accudiscono con passione e dedizione ai figli, alle famiglie e alle case benché nella società borghese la loro attività non sia nemmeno considerata un lavoro. Migliaia di artisti, scienziati, ricercatori hanno dispiegato e dispiegano grandi sforzi per creare grandi opere, spesso misconosciuti.

Milioni di persone svolgono un lavoro volontario non retribuito, spesso in condizioni molto difficili, un lavoro che la classe dominante esalta contro i lavoratori che lottano per un salario, ma nello stesso tempo relega ai margini della “vera economia” e corrompe, sfrutta e rende odioso alle masse con le imprese del “terzo settore”, del no-profit e delle Organizzazioni non governative (ONG) promosse, finanziate e manipolate dai governi imperialisti. Molte manifestazioni delle più acute e sconvolgenti della società borghese, la borghesia riesce a trattarle proprio solo grazie al lavoro volontario.

Non solo: guardiamo a quanti sforzi e crimini deve compiere la classe dominante per costringere i giovani ad adattarsi a lavorare solo per soldi, rinnegando le migliori aspirazioni della loro vita. Quante delusioni e frustrazioni, quanto spreco di energie fisiche, intellettuali e morali!

Guardiamo alla storia del passato: per quanto tempo gli uomini hanno lavorato e costruito le premesse della civiltà di cui godiamo i frutti senza essere mossi da un tornaconto individuale?

Guardiamo al presente: milioni di lavoratori hanno dato e danno risorse, sudore e sangue nella lotta per il socialismo e nelle lotte antimperialiste di liberazione nazionale.

Guardiamo infine all’aurora che ha annunciato il nostro futuro, ai primi paesi socialisti: centinaia di milioni di uomini e donne hanno dimostrato cosa riescono a fare le masse senza essere mosse dal tornaconto individuale. Una volta liberate dai freni e dagli ostacoli posti dalla legge del valore e dallo sfruttamento dei capitalisti, le masse popolari hanno sviluppato le proprie forze produttive e hanno moltiplicato la ricchezza materiale e spirituale della società e dei singoli individui, nonostante abbiano costantemente anche dovuto difendersi da aggressioni, sabotaggi e blocchi economici scatenati dalla borghesia imperialista che restava la classe ancora dominante a livello mondiale. Le masse popolari dei paesi socialisti hanno mostrato, per un breve periodo e nonostante tutte le tracce della società borghese che ancora trascinavano con sé, di cosa sarà capace “una società in cui il libero sviluppo di ciascuno è la condizione del libero sviluppo di tutti”, di contro alla società borghese in cui la libera iniziativa di alcuni pochi individui ha come condizione necessaria l’asservimento e l’abbrutimento della stragrande maggioranza della popolazione.

Cosa resta dell’obiezione fattaci, se non che la borghesia proietta la sua ombra gretta sulle nostre menti? È il borghese che non fa nulla se non per tornaconto individuale e per denaro e che per tornaconto e per denaro arriva a ogni crimine. Le classi sfruttatrici hanno fatto lavorare la massa della popolazione con la costrizione della forza o del bisogno. Esse non concepiscono per i lavoratori altro modo di vivere. A volte la borghesia riesce a far credere che siano naturali e universali la sua mentalità e la sua concezione. Al contrario esse riflettono rapporti sociali che stanno distruggendo le condizioni della vita e l’ambiente in cui viviamo e strozzano milioni di esseri umani in ogni parte del mondo. E a questi andate a parlare di questo sistema a cui essi parteciperebbero per tornaconto individuale?

carcosare

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