Ciao compagno, in attesa che ci si veda oggi pomeriggio ti scrivo in merito alla mobilitazione di domani (entro stasera noi dobbiamo riuscire a mobilitare qualcuno dalla Federazione). Ad oggi, e possiamo dire che mancano poche al presidio, la nostra situazione non è buona, nel senso che non c’è nessuno che per certo va ad Ancona.
Tu, come responsabile dell’organizzazione commetti un errore se ti limiti a chiedere se c’è qualcuno disponibile ad andare (se qualcuno “è libero”), perchè alla fine è quasi impossibile che i compagni un martedì mattina non abbiano niente da fare. E’ un errore fare una comunicazione federale in cui si dice genericamente che 5 compagni dalla Federazione devono andare ad Ancona: nella comunicazione devi dire anche chi si deve mobilitare. Altrimenti il tutto rimane avvolto in un volontarismo sterile che alimenta un liberalismo molto negativo: tutti pensano che sarà qualcun’altro ad andare!
Un altro aspetto sbagliato è quello di scrivere che i segretari devono farti sapere “se” ci sono compagni disponibili a mobilitarsi: ricordati che tu non stai chiedendo a dei compagni se hanno voglia di venire ad imbiancare casa tua. Qui non si tratta di chiedere un piacere personale. Questo è un dovere per ogni compagno del partito.
Io da parte mia sicuramente ho sbagliato a non correggere tempestivamente una comunicazione che aveva già in sè una concezione sbagliata.
Quando abbiamo da mobilitare dei compagni dobbiamo:
1) indicare chi deve prendere parte alla mobilitazione (in base all’analisi concreta della situazione),
2) se i compagni non sono disponibili, non limitarsi ad incassare un NO, ma chiedere spiegazioni (ci devono essere motivazioni valide e concrete),
3) cercare insieme soluzioni agli eventuali problemi.
(…) Dobbiamo fare dei passi in avanti per superare questa forma di liberalismo tra le nostre fila: non voglio più avere la sensazione di chiedere un piacere ai compagni, quando sotto processo ci sono i massimi dirigenti del nostro partito!