La casa è un diritto: resistere e disobbedire ai decreti Minniti e Salvini

Il 2 settembre Salvini ha emesso una circolare attuativa del decreto Minniti per il contrasto alle occupazioni: censimento delle famiglie occupanti che precedono sgomberi di massa e interventi “tempestivi” contro le nuove occupazioni per evitare che si consolidino. Il 24 settembre ha rincarato la dose con il Decreto che porta la sua firma: pene da 4 a 6 anni di carcere per “chi organizza” le occupazioni e disponibilità di intercettazioni ambientali nelle indagini per contrastarle.

Si tratta, combinate con la persecuzione degli immigrati, di misure in diretta continuazione con il programma delle Larghe Intese.

L’evidente contraddizione fra i proclami del governo (“aboliamo la povertà”) e la pratica (guera contro i poveri) non deve indurre a dare per conclusa e persa una battaglia che è tutta aperta, deve indurre invece ogni organismo, ogni aggregato e tutto il movimento di lotta per la casa a usare ogni strumento e ogni canale per costringere il “governo del cambiamento”, le amministrazioni regionali e locali a prendere misure urgenti negli interessi delle masse popolari. Come?

  1. Dove ancora non esiste, fare il censimento delle case, degli stabili e degli edifici pubblici e privati che sono in disuso, una mappatura che zona per zona e quartiere per quartiere fa emergere il patrimonio immobiliare abbandonato e indica quali sono i lavori da compiere per renderlo agibile;

  1. Esigere che le case siano assegnate secondo il principio che nessuno spazio deve rimanere vuoto o, peggio, degradato. A questo proposito usare le contraddizioni generate dalla situazione politica generale: dove ci sono amministratori del M5S, “arancioni” o anche del PD usare ogni iniziativa, anche quelle promosse da loro, per promuovere la disobbedienza al decreto Minniti e alla circolare Salvini; dove ci sono amministrazioni di destra fare breccia nella loro propaganda del “prima gli italiani”: che assegnassero le case “prima agli italiani”! Senza timore di accodarsi alla propaganda reazionaria, il loro “prima gli italiani” è un paravento per intossicare l’opinione pubblica: nessuno di coloro che lo grida vuole davvero intaccare gli interessi di palazzinari e speculatori a favore delle masse popolari, nemmeno di quelle italiane. Pretendere che assegnino le case “prima agli italiani” è sia il modo di smascherali che il modo di aprire una crepa nel loro fronte;
  2. procedere in ogni caso con mobilitazioni, le più ampie possibili, di assegnazione dal basso delle case e degli alloggi individuati con il censimento. Quando una legge è approvata, la battaglia vera diventa sui rapporti di forza: ha il governo la forza e l’autorevolezza di farla applicare? Riportiamo in estrema sintesi un’esperienza molto istruttiva: nel 2009, l’allora ministro dell’Interno Maroni, aveva introdotto le “ronde di cittadini” come misura per aumentare “la sicurezza”. Fra tante polemiche, lamentele, piagnistei e mugugni della sinistra borghese, arrivò il momento in cui, a luglio a Marina di Massa (MS), un locale esponente fascista prese l’iniziativa di tradurre in pratica il Decreto Maroni e organizzò una ronda “contro il degrado” con i suoi camerati. Dalla Festa nazionale di Resistenza, che si teneva nello stesso quartiere, si sono mossi decine di compagni e compagne che rivendicando il “via libera” dato da Maroni (“10, 100, 1000 ronde popolari antifasciste e antirazziste”) hanno mandato all’aria la ronda fascista. Ci sono stati scontri con i fascisti e con la polizia e arresti, ma il caso di una “piccola frazione di una piccola città” è diventato nazionale: vari sindaci hanno vietato le ronde previste nel pacchetto sicurezza di Maroni e la misura è stata stralciata. Il governo di allora, ben più reazionario e “fascista” di quello attualmente in carica, non aveva la forza per imporre una sua legge ed è indietreggiato.

Il vasto e variegato movimento di lotta per il diritto alla casa ha le caratteristiche per coordinare le varie componenti che lo animano e promuovere una vasta campagna di disobbedienza alle misure reazionarie dei decreti Minniti e Salvini e una vasta campagna di riqualificazione e assegnazione dell’ingente patrimonio immobiliare dei questo paese.

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