Il Partito che c’è

GLI ANNIVERSARI DELLA VITA DI GRAMSCI

LUGLIO

IL PARTITO CHE C’E’

 

I mesi dell’anno si susseguono, e la Commissione Gramsci del Partito dei CARC va a trovare cosa in ciascun mese Gramsci fece o scrisse, cosa gli successe, cosa successe al Partito che aveva fondato. Il 12 luglio del 1920, ad esempio, 98 anni fa, chiudeva un articolo su L’Ordine Nuovo con queste parole:

“la creazione dello Stato proletario, non è, insomma, un atto taumaturgico: è anch’esso un farsi, è un processo di sviluppo […] . È necessario creare […] una rete di istituzioni proletarie, radicate nella coscienza delle grandi masse, sicure della disciplina e della fedeltà delle grandi masse, nelle quali la classe degli operai e dei contadini, nella sua totalità, assuma una forza ricca di dinamismo e di possibilità di sviluppo”.

Le istituzioni a cui pensa Gramsci sono i soviet, dalla cui unione nascerà due anni dopo il primo Stato socialista del mondo, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Quello che Gramsci dice è una legge della rivoluzione socialista, e quindi vale anche per chi, come questa Carovana del (nuovo)Partito comunista italiano di cui il Partito dei CARC è componente, è all’opera oggi per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Le istituzioni proletarie di cui parla Gramsci sono le masse popolari organizzate e il loro potere “è il potere sovietico nelle condizioni concrete dell’Italia di oggi”, scrive Ulisse, Segretario generale del (nuovo)PCI nel suo saluto del 12 luglio alla Festa della Riscossa Popolare della Campania e ai compagni e compagne che a Scampia hanno iniziato a esercitare questo nuovo potere organizzandosi in Comitati in tutto il territorio.
Qualche settimana prima, il 23 giugno, poco lontano da Scampia, a Pomigliano, c’è stata una assemblea di operai di stabilimenti della FIAT Chrysler Auto di diverse parti d’Italia, un passo importante nel processo di sviluppo delle organizzazioni operaie del nostro paese. Nel corso dell’assemblea molti sono stati gli interventi incentrati sul partito che serve alla classe operaia per vincere e costruire una nuova società che deve essere “senza padroni”, come è scritto nel resoconto inoltrato dagli organizzatori dell’assemblea.
Quale partito serve, con quale natura e con quali caratteristiche? Nel luglio del 1920 a Mosca si tiene il secondo Congresso dell’Internazionale Comunista, e Lenin dichiara che la mozione di Gramsci “Per un rinnovamento del Partito socialista” è pienamente rispondente ai principi dell’Internazionale. Cosa deve fare il partito della classe operaia, secondo quello che scrive qui Gramsci? Deve
• lanciare “parole d’ordine che possano essere raccolte dalle masse, dare un indirizzo generale, unificare e concentrare l’azione rivoluzionaria”,
• “sviluppare un’azione d’insieme atta a porre tutta la classe operaia in grado di vincere la rivoluzione e di vincere in modo duraturo”,
• “incarnare la vigile coscienza rivoluzionaria di tutta la classe sfruttata”,
• “accentrare in sé l’attenzione di tutta la massa”,
• “ottenere che le sue direttive diventino le direttive di tutta la massa”,
• “conquistare la fiducia permanente di tutta la massa in modo da diventarne la guida e la testa pensante”,
• vivere “sempre immerso nella realtà effettiva della lotta di classe
• saperne “comprendere le diverse fasi, i diversi episodi, le molteplici manifestazioni, per trarre l’unità dalla diversità molteplice, per essere in grado di dare una direttiva reale all’insieme dei movimenti e infondere nelle folle la persuasione che un ordine è immanente nello spaventoso attuale disordine, un ordine che, sistemandosi, rigenererà la società degli uomini e renderà lo strumento di lavoro idoneo a soddisfare le esigenze della vita elementare e del progresso civile.”
La Carovana del (n)PCI ha dedicato tempo ed energie al bilancio dell’esperienza del primo movimento comunista internazionale, a quello del nostro paese, all’esperienza dei Consigli di Fabbrica di cui parla Gramsci, all’opera di Gramsci nel suo complesso e alla storia del primo Partito comunista italiano che Gramsci fondò nel 1921, una volta constatato che il rinnovamento del Partito socialista italiano non era possibile. Le sue conclusioni sono conformi a quelle che Gramsci dice qui e soprattutto a quelle che trae dopo avere assimilato il marxismo leninismo, e cioè nel periodo in cui risiede in URSS, dal giugno 1922 al dicembre 1923, e che fissa nei Quaderni del carcere:
1. La rivoluzione socialista non è un’insurrezione delle masse popolari né scoppia a seguito di un susseguirsi di lotte su lotte, ma è una guerra e precisamente una guerra di posizione o guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, ovvero un processo tramite il quale si costruisce attorno al Partito comunista il nuovo potere delle organizzazioni operaie e popolari che imparano ad agire, grazie all’azione del Partito comunista che ne alimenta la coscienza e l’organizzazione, come Nuove Autorità Pubbliche, come ossatura della nuova società socialista (sono le “istituzioni proletarie di cui parla nel 1920).
2. Il Partito comunista è lo Stato Maggiore, il centro attorno al quale si aggrega il nuovo potere delle masse popolari organizzate.
Serve un partito di comunisti unito sulla concezione comunista del mondo, che si forgia con una nuova coscienza e una nuova morale e costruisce una nuova società. Ne parla nel suo intervento all’assemblea di Pomigliano il compagno Luigi Sito, presidente del Sindacato Lavoratori in Lotta di Napoli e membro del P. CARC, che ha detto

Si è parlato molto di una nuova società. Quale? Quella dove gli uomini non sono più merce, come nella società capitalista, ma risorsa. Quella società ha un nome. È il socialismo. E la lotta per costruire la società socialista è una guerra. In una guerra ci si assume la responsabilità di parteciparvi e condurla. È nella durezza della lotta che io stesso sono stato arrestato più volte. Si è parlato molto dell’autorganizzazione dei lavoratori. La questione, però, è l’Organizzazione. Quale? Il partito. Ma il partito è il partito di tutti i proletari, non solo quello degli operai. È il partito comunista, l’avanguardia politica rivoluzionaria della classe operaia, di tutti i lavoratori e del resto della masse popolari. Il partito comunista è l’unico in grado di organizzare e dirigere la classe operaia e del resto delle masse popolari alla presa del potere politico. Un partito che sfugga al controllo della classe dominante proprio per l’altezza del compito che ha e perciò un partito che si dia mezzi della lotta che conduce. Di qui la necessità della sua natura clandestina.

Questo partito oggi c’è. Di partiti, anzi, ce ne sono due.
Uno è il (nuovo)PCI. E’ stato costituito nel 2004 clandestinamente e così è libero di costruire la nuova società socialista, ed è libero di agire e pensare indipendentemente da leggi, regole e vincoli della vecchia società che vuole distruggere.
Uno è il Partito dei CARC, che del (nuovo)PCI condivide concezione, linea e strategia, e di cui questa Commissione Gramsci fa parte. È impegnato oggi ad allargare la breccia che si è aperta dopo le elezioni dello scorso 4 marzo, in cui la classe operaia e il resto delle masse popolari hanno votato contro i governi delle Larghe Intese, principalmente il Partito Democratico e Forza Italia. Il governo M5S e Lega che si è costituito è precario: esiste solo se mantiene le promesse che ha fatto alle masse popolari e se fa leva sulla loro forza contro la borghesia imperialista che lo vuole fare rientrare nei ranghi o eliminare. La situazione è favorevole allo scopo principale del Partito dei CARC: costruire il governo di emergenza delle masse popolari organizzate.
Della svolta dopo le elezioni del 4 marzo, delle possibilità che si aprono per un governo di emergenza delle masse popolari organizzate, di come questo governo è parte della rivoluzione socialista in corso d’opera, parliamo nel dibattito nazionale che il Partito dei CARC tiene alla Festa nazionale della Riscossa Popolare a Massa, il 14 agosto, a cui ti invitiamo a partecipare. Parecchi viaggiano, visitano musei, città e paesi per vedere cose che non conoscono, o per sperimentare realtà che non sono quelle della vita quotidiana, o vanno lontano per vedere cose che non tutti vedono (e al loro ritorno hanno cose da raccontare). A chi viene alla Festa della Riscossa Popolare mostriamo la rivoluzione socialista in corso che mira a fare dell’Italia un nuovo paese socialista, cosa che la vedono oggi molto pochi, opera senza precedenti nella storia e destinata a segnare il futuro, di quelle che poi uno dice: “io c’ero”. Per chi vuole prendere le distanze dalla vita usuale, vedere le cose con il distacco e la serenità che ci rendono preziose le vacanze, non c’è modo migliore di spendere i giorni.

Commissione Gramsci del Partito dei CARC
26 luglio 2018

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