A proposito dell’Aquarius e del “prima gli italiani”

Ai lavoratori avanzati e ai compagni indignati per il trattamento infame riservato ai migranti, che seguono o sono tentati di seguire le anime belle della sinistra borghese che nei giorni scorsi, a braccetto con Maurizio Martina e gli altri bonzi del PD, hanno preso spunto dal respingimento dell’Aquarius per rincarare le loro grida contro “il governo più fascista e razzista dal dopoguerra” e contro “il governo più a destra d’Europa”, diciamo: guardate in faccia la realtà, non fermatevi alle parole, andate alla sostanza dei fatti! Il trattamento infame a cui sono sottoposti gli immigrati non si limita alle drammatiche traversate del mediterraneo: inizia prima e continua anche una volta che sono approdati: nei CIE e negli altri lager comunque denominati, nei campi, nelle aziende e nei quartieri; in Italia e nel resto d’Europa.

Maurizio Martina (reggente del PD): “Salvini è più intenzionato a continuare a fare campagna elettorale sulla pelle di queste persone”. Roberta Pinotti (ex ministro della Difesa nei governo Renzi e Gentiloni e senatrice del Pd ):“I costi umani della gestione di questa vicenda sono altissimi, assurdi”. Patrizia Prestipino (parlamentare del Partito Democratico): “Il successo di un Governo si veda proprio dalla capacità di saper conciliare sicurezza e legalità con il rispetto dei diritti umani”.

Dal 1997 – la Kater i Rades carica di migranti viene affondata nel Canale d’Otranto dalla corvetta Sibilla della Marina Militare Italiana su ordine di Giorgio Napolitano, allora Ministro degli Interni del governo Prodi. Circa 100 i morti (81 di cui fu recuperato il corpo, 25 le persone mai ritrovate) – al 2018 – strage di Macerata, Marco Minniti Ministro degli Interni del governo Gentiloni – passando per

  • 2008: strage di Castel Volturno – Roberto Maroni Ministro degli Interni del governo Berlusconi
  • 2011: strage di Firenze – Annamaria Cancellieri Ministro degli Interni del governo Monti
  • 2013: strage di Lampedusa – Angelino Alfano Ministro degli Interni del governo Letta

Emmanuel Macron, ex vicesegretario generale della presidenza della repubblica (2012-2014), ex ministro dell’economia (2014-2016) e attuale presidente della Repubblica dal maggio 2017) ha commentato riguardo il caso Aquarius: “dall’Italia cinismo e irresponsabilità”. Poco prima aveva parlato Gabriel Attal, il portavoce del partito di Macron (“La Republique en marche”) definendo la scelta dell’esecutivo Lega-M5s di chiudere i porti “vomitevole”.

Bardonecchia (31.03.18). Blitz della polizia francese nei locali della stazione usati dalla ONG Rainbow4Africa. Dalla testimonianza di una volontaria: “Eravamo in questa stanza, sono arrivati all’improvviso, hanno fatto irruzione”. Gli agenti francesi, a suo avviso, hanno costretto il giovane nigeriano a seguirli nel locale e a sottoporsi al test delle urine: “Veniva da Parigi ed era diretto verso Napoli non stava andando in Francia – sostiene – Tremava, aveva paura. Quando un nostro mediatore culturale ha fatto notare agli agenti che non si stavano comportando nel modo giusto, per risposta gli hanno detto di stare zitto” (il fatto quotidiano, 31. marzo 2018).

Calais (26.10.16). Al boato seguono le fiamme. Poi la colonna di denso fumo nero, sopra la baracca incendiata. “Era una bombola di propano”, esclama Ibrahim, con il volto torvo di chi ha perso tutto, “quella era casa mia”. Ventidue anni trascorsi a Kutum, in Darfur, Ibrahim è tra gli ultimi abitanti della “giungla” di Calais. Il più grande accampamento informale di migranti in Europa non esiste più. Ma lui si aggira ancora tra carboni fumanti, vestiti bruciati, resti di cibo abbandonati ovunque. Cerca qualcosa da salvare e da portar via (www.internazionale.it/reportage/gilberto-mastromatteo/2016/10/28/calais-sgombero-migranti).

Ventimiglia (giugno 2018). Respingimenti e abusi: “La polizia francese tratta i migranti in modo indegno”. L’autorità che vigila sul rispetto dei diritti umani nei luoghi di detenzione ha stilato un rapporto fortemente critico nei confronti delle forze dell’ordine. Sporcizia, niente cibo e violenze: a Mentone viene quotidianamente violata la legge (http://espresso.repubblica.it/internazionale/2018/06/05/news/respingimenti-e-abusi-la-polizia-francese-tratta-i-migranti-in-modo-indegno-1.323342)

Pedro Sánchez, capo del nuovo governo spagnolo e segretario del PSOE, commenta il caso Aquarius: “È nostro dovere contribuire ad evitare una catastrofe umanitaria e fornire un porto sicuro a queste persone, adempiendo così agli obblighi del diritto internazionale”. Dolores Delgado, ministra della giustizia, spagnola: “L’Italia potrebbe incorrere in responsabilità penale internazionale” per aver rifiutato di accogliere nei propri porti la nave Aquarius, “quella di queste 629 persone è una situazione critica, non è una questione di buonismo o di generosità, ma di responsabilità internazionale. Si tratta di rispettare le convenzioni e i trattati internazionali di cui tutti gli stati fanno parte”.

Ceuta e Melilla. Proiettili di gomma e piombo contro migranti poi respinti in Marocco: assolto un colonnello della Guardia Civil. Un colonnello della Guardia Civil, Ambrosio Martin Villasenor, è stato assolto dall’accusa di aver respinto centinaia di profughi in violazione della legge nazionale spagnola e dei trattati internazionali firmati da Madrid su rifugiati e richiedenti asilo. Il processo è nato da due episodi verificatisi a Melilla, l’enclave spagnola in Marocco sulla costa del Mediterraneo (http://nuovidesaparecidos.net/?p=128)

Salvini continua la linea delle persecuzione degli immigrati inaugurata dal “democratico” Napolitano nel 1997 con l’affondamento della Kater i Rades e l’istituzione dei CPT (legge Turco-Napolitano del 1998) proseguita dai Ministri dell’Interno che lo hanno preceduto (da Napolitano a Minniti) e praticata dai Ministeri degli Interni e dai rispettivi governi in Francia come in Spagna. L’unica differenza è che Salvini lo fa usando la voce grossa, mentre i suoi predecessori lo hanno fatto usando parole di rammarico e lacrime di coccodrillo, secondo la prassi mutuata dalla Corte Pontificia e di cui papa Bergoglio è un campione.

Ai lavoratori, ai disoccupati e ai pensionati che seguono o sono tentati di seguire Salvini e il suo “prima gli italiani” diciamo: chiedetevi “quali italiani”? I Marchionne-Agnelli-Elkann, i Berlusconi, i Riva, i Marcegaglia, i Del Vecchio, gli Armani, i Colaninno, i Ghizzoni, i Viola, i Miccicchè, i Profumo e gli altri milionari? Oppure gli operai, i dipendenti pubblici, i lavoratori (formalmente) autonomi, i disoccupati, i pensionati?

La realtà è che ci sono due Italie: una è quella composta dall’infima minoranza di chi vive nel lusso senza lavorare e se lavora lo fa solo per accrescere i suoi soldi, l’altra è quella composta dalla stragrande maggioranza della popolazione che per vivere deve lavorare e riesce a vivere solo se riesce a lavorare.

La prima è quella che delocalizza e chiude le fabbriche, che rende il lavoro sempre più precario e pericoloso, che distrugge la scuola e la sanità pubbliche e lascia andare in malora gli altri servizi pubblici, che costringe milioni di persone a lavorare fino a 70 anni e a pensioni da fame, che dissesta il territorio con le grandi opere speculative. La seconda è l’Italia che comprende sia chi muore di lavoro o di mancanza di lavoro, di malasanità, di inquinamento, di terremoti, di piogge e alluvioni sia chi è mobilitato per difendere e creare nuovi posti di lavoro, per difendere e migliorare la sanità, la scuola e gli altri servizi pubblici.

La prima Italia è quella che ha infeudato il nostro paese alla NATO e ne ha fatto la retrovia delle scorrerie USA in Africa e in Asia. La seconda è quella che comprende sia chi viene usato come carne da cannone sia gli eredi dei partigiani che hanno liberato il nostro paese dai nazisti e oggi è mobilitato per liberarlo dalle basi e dalle altre agenzie NATO, USA e sioniste.

La prima Italia è quella che ha congegnato e attuato nel 1981 il divorzio della Banca d’Italia dal Ministero del Tesoro, a seguito del quale lo Stato non poteva più decidere quanta moneta la Banca d’Italia doveva creare affinché esso potesse far fronte ai suoi compiti decisi in sede politica: da allora in poi per far fronte ai suoi compiti lo Stato ha dovuto emettere e vendere titoli finanziari con cui chiedere in prestito alla “comunità internazionale” dei banchieri, delle società finanziarie, dei fondi d’investimento, dei ricchi, i soldi che eccedevano le sue entrate… da lì il debito pubblico del nostro paese ha iniziato a galoppare (per approfondimenti, vedasi www.nuovopci.it/voce/voce50/lezgrecia.html e www.nuovopci.it/voce/voce44/capfin.html). La seconda Italia è quella a cui lo Stato impone tasse, ticket e altri balzelli per pagare gli interessi sui prestiti che lo Stato chiede ai ricchi (che ringraziano e si riempiono le tasche!).

La prima è quella che va a braccetto con i “burocrati di Bruxelles”. La seconda è quella spennata dai burocrati di Bruxelles insieme ai milionari italiani. Potremmo continuare, ma il concetto è chiaro.

E gli immigrati? A questo punto del ragionamento è chiaro: la soluzione dei problemi della seconda Italia è quello che permetterà a un paese di 60 milioni di persone come il nostro non solo di sistemare dignitosamente e valorizzare alcune centinaia di migliaia di persone che ogni anno arrivano disperate, ma anche di mettere mano realmente ai motivi che li costringono a fuggire, cioè alla miseria e alla guerra che i gruppi imperialisti europei, italiani compresi, americani e sionisti portano nel loro paesi. E questo è una questione di lotta di classe. Di lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista:

– “eliminazione senza indennizzo della proprietà dei grandi capitalisti nell’industria, nell’agricoltura, nel commercio, nei trasporti, nella ricerca, ecc. Costituzione in ogni unità produttiva espropriata di una direzione che combini l’iniziativa dei lavoratori dell’unità con la direzione generale della classe operaia nel paese. Gestione delle aziende secondo un piano nazionale e secondo piani locali che assegnino compiti e risorse e definiscano la destinazione dei prodotti. Protezione della proprietà individuale dei lavoratori autonomi, sostegno all’applicazione delle tecnologie più avanzate, più sicure, più igieniche, meno inquinanti e più produttive. Commesse e forniture pianificate alle aziende individuali e assicurazione degli sbocchi. Trasformazione graduale e volontaria delle imprese economiche familiari e individuali e delle altre a carattere ancora scarsamente collettivo in imprese cooperative;

– distruzione della rete dei rapporti finanziari che, combinando i risparmi di milioni di persone con il capitale finanziario della borghesia imperialista, soffoca le attività economiche pratiche. Annullamento dei mutui, delle ipoteche e dei debiti verso le banche, lo Stato e la borghesia imperialista. Annullamento degli interessi sui debiti contratti tra membri delle masse popolari. Annullamento dei debiti e crediti esteri. Annullamento delle proprietà finanziarie della borghesia imperialista. Trasformazione dei patrimoni finanziari della media borghesia e dei lavoratori in risparmi non fruttiferi di interessi che i titolari possono usare come reddito aggiuntivo o differito, a potere d’acquisto costante. Protezione dei risparmi dei lavoratori, delle pensioni e di ogni altro mezzo di sussistenza e di garanzia costituito dai lavoratori. Cambio della moneta e affidamento della sua emissione e gestione ad una unica banca;

– ogni persona deve svolgere un lavoro socialmente utile, salvo quelle riconosciute inabili al lavoro per età, malattia o invalidità. Ogni persona riceve a titolo individuale un reddito, secondo misure definite in proporzione alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, valutate dai collettivi di lavoro e dalle conferenze dei lavoratori a livello locale, regionale e nazionale. Alle persone che per motivi validi non svolgono un lavoro socialmente utile (bambini, studenti, anziani, invalidi, ecc.) è attribuito un reddito che deve costituire la base materiale per l’emancipazione delle donne dagli uomini, dei bambini e dei giovani dai genitori, ecc.

Limitazione della giornata lavorativa obbligatoria, attuando l’obbligo generale al lavoro. Oggi più della metà della capacità lavorativa della popolazione è sprecata: inutilizzata, utilizzata in attività socialmente non utili o sottoutilizzata. Interdizione del lavoro straordinario e del lavoro notturno salvo nei casi in cui è tecnicamente indispensabile. Limitazione del numero di anni in cui una persona può essere impiegata in lavori nocivi. Rotazione nei lavori nocivi e faticosi;

– annullamento di tutte le basi straniere e della presenza di forze armate e di corpi polizieschi e spionistici stranieri. Annullamento di tutti i trattati stipulati dal vecchio regime, ivi compresi quelli che creano il nuovo “spazio vitale” dei gruppi imperialisti franco-tedeschi (UE, ecc.). Collaborazione con i movimenti rivoluzionari e progressisti di tutto il mondo;

– a ogni livello (regionale, provinciale, comunale, di zona, di unità produttiva, di azienda, di istituzione, ecc.) tutto il potere (legislativo, esecutivo, giudiziario, economico, militare, ecc.) appartiene a un unico Consiglio (assemblea, camera) composto di delegati eletti e revocabili in qualsiasi momento e senza eccezioni dai propri elettori. Chiunque è delegato a svolgere una funzione pubblica è retribuito per essa. Lo stipendio dei delegati di ogni ordine e grado come quello dei pubblici funzionari non supera quello di un operaio di livello superiore. Tutte le attribuzioni di locali, mezzi di trasporto e altro connesso con l’esercizio della funzione dei delegati sono pubbliche e connesse alla funzione e non possono diventare in alcun modo loro proprietà personale. I delegati non godono di alcuna immunità: ogni cittadino può porli sotto accusa ai loro elettori o al Consiglio che li ha delegati” (dal Manifesto Programma del (n)PCI– Programma per la fase socialista).

Dobbiamo instaurare il socialismo e lo facciamo iniziando dalla costituzione del Governo di Blocco Popolare, dall’eliminazione degli effetti più gravi della crisi generale del capitalismo e dalle misure connesse con questo e proseguiremo sistematicamente nell’opera che ne deriverà. Non esiste in nessuna parte del mondo un capitalismo puro che si trasforma in un socialismo puro. Nell’immediato si tratta di rendere trasparente alle masse popolari la pubblica amministrazione, di eliminare il segreto bancario, commerciale, politico e militare, di ridurre i redditi, gli stipendi e le pensioni superiori ad esempio a dieci volte il salario minimo di un operaio (oggi l’INPS paga pensioni superiori a 90.000 euro al mese con i contributi estorti a operai che prendono salari di 700 euro al mese!), di abolire il debito pubblico, di assegnare a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso facendo gli opportuni piani del lavoro, di assicurare a ogni persona i beni e i servizi necessari per una vita dignitosa e per partecipare alla vita sociale nella massima misura consentita dalle sue capacità, di mettere fine alle spedizioni militari all’estero, di abolire le spese militari e i finanziamenti della grandi opere dannose o inutili, di chiudere le basi militari e le agenzie spionistiche della NATO e del governo di Washington sul territorio del nostro paese e di altre misure di buon senso complementari e ausiliarie, necessarie per sottrarre le masse popolari alle grinfie della comunità internazionale degli speculatori e dei guerrafondai.

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