Le attività di “Attuare la Costituzione”

Il 9 dicembre si è svolta a Roma l’assemblea di Attuare la Costituzione, l’aggregato nato a seguito della mobilitazione che ha portato alla vittoria del referendum del 4 dicembre 2016 e che attraverso un percorso in varie tappe si è strutturato come associazione. Non facciamo qui un resoconto organico dell’assemblea, che è stata molto interessante, ma ci soffermiamo sugli aspetti che permettono di capire meglio il ruolo dei tre serbatoi (vedi l’articolo “I comunisti e le elezioni” a pag. 1) nella lotta per costituire il Governo di Blocco Popolare.

Anzitutto, l’assemblea è stata molto chiara riguardo all’approccio rispetto alle elezioni: uno dei principali attivisti, Luigi Di Giacomo, ha ribadito che l’associazione non è lo strumento con cui candidarsi. Il ragionamento è il seguente: le elezioni e la partecipazione alle assemblee elettive sono solo una manifestazione della sovranità popolare che ha molti altri ambiti, modi e forme. L’associazione non vuole occuparsi di elezioni e di liste elettorali, ma di tutto il resto. A chi chiede se Attuare la Costituzione è “contro la partecipazione del popolo alle elezioni”, bisogna rispondere, dice, che la rappresentanza parlamentare e la lotta elettorale da sole non bastano, vanno inserite in un contesto solido e sano che solo la mobilitazione popolare per l’attuazione della Costituzione può garantire. Senza la costruzione della mobilitazione popolare “anche chi andrà in Parlamento con i migliori propositi sarà ingoiato dalle prassi correnti e dalle logiche dei partiti che lo tengono in ostaggio”.

Proprio l’obiettivo di “occuparsi di tutto il resto” che non siano le elezioni, attraverso l’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari, è una discriminante positiva di questo aggregato.

Agire da Comitato di Salvezza Nazionale di fatto è una spinta che Attuare la Costituzione imbocca con maggiore facilità sul terreno che è più congeniale alla maggioranza dei suoi aderenti: gli ambiti legali, le leggi, le prassi e gli iter che regolano il rapporto fra istituzioni. A questo proposito sono principalmente due le attività in campo e su quei filoni se ne sviluppano altre: 1. la lotta legale contro le leggi elettorali anticostituzionali; 2. la promozione di un coordinamento di amministratori locali di “Città per l’attuazione della Costituzione” che fanno fronte comune contro i diktat, i ricatti, i colpi di mano e gli arbitri del governo centrale.

Ci soffermiamo qui sul primo filone, educativo rispetto alla natura e al funzionamento del teatrino della politica borghese. Il Porcellum era una legge “illegale” attraverso cui è stato eletto un Parlamento illegittimo; la successiva legge elettorale (Italicum), quella che avrebbe dovuto correggere le storture del Porcellum, era anch’essa una legge anticostituzionale e non è stata mai utilizzata, sostituita dal Rosatellum. Il Rosatellum è la terza legge elettorale anticostituzionale contro cui i giuristi di Attuare la Costituzione hanno fatto ricorso. La vicenda tragicomica della legge elettorale ben rappresenta due questioni: la prima è una “lezione” a coloro che concepiscono SOLO la lotta politica borghese e le elezioni come ambito di mobilitazione per le masse popolari. La crisi politica e istituzionale è tale che persino eleggere Deputati e Senatori, creare le condizioni per comporre un Governo, sottoporre l’operato del Governo al Parlamento e far legiferare il Parlamento è un processo che poggia su una base illegale e illegittima in partenza. La seconda questione che emerge attiene proprio alla valorizzazione di quegli esponenti dei tre serbatoi che mettono il loro prestigio, le loro competenze, capacità e conoscenze al servizio della resistenza contro i vertici della Repubblica Pontificia. La loro azione alimenta l’ingovernabilità dall’alto e quanto più la loro azione è guidata e orientata dalla mobilitazione delle masse popolari, tanto più oltre all’ingovernabilità dall’alto alimento la costruzione della nuova governabilità dal basso, la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

Con l’obiettivo di affermare questo spirito abbiamo sostenuto le proposte che sono emerse dall’assemblea: il sostegno alle cause contro il Piano casa Renzi-Lupi, alla causa contro la dismissione del Forlanini di Roma e la conseguente speculazione e abbiamo a nostra volta fatto proposte. Partendo da quanto di positivo era emerso, costruire una forza popolare che si mobiliti in varie battaglie e forme di lotta per l’attuazione della Costituzione, abbiamo portato l’esempio di comitati territoriali come Scampia, San Gennaro e il Coordinamento Campano per la Salute, quest’ultimo in particolare come esempio concreto di ciò che un comitato può fare e di quello che i giuristi possono fare al servizio di un comitato. Abbiamo indicato la via del coordinamento fra il vasto movimento contro gli obblighi vaccinali (erano presenti esponenti di Padova, Firenze e Napoli) con gli organismi in difesa della Sanità pubblica. Ma soprattutto abbiamo affermato la centralità della mobilitazione della classe operaia, arrivando infine alle proposte: 1. organizzare una conferenza stampa su Alitalia (sottolineando il limite che era un tema ancora non emerso nell’assemblea); 2. organizzare una conferenza stampa per il Forlanini davanti alla Corte Costituzionale o a Montecitorio, chiamando a raccolta organismi, comitati e associazioni che si occupano di difesa della sanità pubblica; 3. partecipazione e adesione di Attuare la Costituzione e dei Sindaci che ne fanno parte alla manifestazione del 16 dicembre a Roma in difesa dei diritti degli immigrati e degli occupanti casa.

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