Piombino. Il 7 dicembre si è svolta l’assemblea “Diritto e lavoro nelle crisi industriali”, promossa dall’associazione “Articolo 1 – Camping CIG”, dall’associazione “Attuare la Costituzione” e da altre realtà territoriali e nazionali come Legambiente.
Il contesto in cui si è svolta l’iniziativa è quello della mobilitazione per un lavoro utile e dignitoso dopo l’agonia della ex-Lucchini che, chiudendo, ha messo in crisi un intero comprensorio dopo aver inquinato per decenni in nome del profitto: istituzioni e sindacati di regime che latitano, migliaia di famiglie operaie abbandonate al destino deciso “dal mercato”. Articolo 1 – Camping CIG è l’organizzazione operaia che si sta mobilitando per difendere i posti di lavoro, cercando di coinvolgere tutta la città e l’intera Val di Cornia nella lotta per un futuro dignitoso e cercando di legare la situazione particolare ad altre che vivono situazioni simili come a Taranto e Genova per l’ILVA e a Terni per l’AST. Significativa anche la spiccata sensibilità rispetto alla sicurezza sui luoghi di lavoro, testimoniata dalla lettura, a introduzione dell’iniziativa, di un documento che commemorava la strage alla Thysse-Krupp di Torino, di cui ricorreva il decimo anniversario, e la partecipazione dell’Associazione Toffolutti attiva a Piombino su questo fronte.
Temi centrali toccati dagli interventi dei relatori sono stati essenzialmente due: il legame fra la lotta per un lavoro utile e dignitoso per tutti e la lotta per l’attuazione delle parti progressiste della Costituzione. Questo è stato il senso dell’introduzione ad opera di Articolo 1 – Camping CIG, seguito dall’intervento in video di Paolo Maddalena, vice presidente emerito della Corte Costituzionale (che per problemi di salute non era presente fisicamente) che è stato ben chiaro, citando gli articoli 42 e 43 della Costituzione, sul fatto che la proprietà privata sia tutelata solo se svolge una funzione sociale: principio che vale per le industrie come per le case e ogni altro bene. Maddalena cita anche il fatto che si sta sviluppando un movimento di amministratori comunali che iniziano a operare secondo quei principi e si chiama Città per l’Attuazione della Costituzione. Lidia Menapace ha ampliato il discorso della mobilitazione per l’attuazione della Costituzione su due aspetti: da una parte ha portato la sua testimonianza, le molte iniziative a cui partecipa le offrono una visuale privilegiata del grande sommovimento dal basso, della spinta all’organizzazione, ad occuparsi anche a partire dalle piccole cose di aspetti di cui autorità e istituzioni non si occupano più perché “non danno profitto”; dall’altra ha chiarito la necessità di applicare solo le parti progressiste della Costituzione mentre quelle retrive, come l’articolo 7 che recepisce i Patti Lateranensi con il Vaticano, vanno rigettate (rincarando: il Vaticano deve pagare le dovute tasse e deve essere costretto a mettere a disposizione della collettività i tantissimi immobili sfitti di cui è proprietario). Claudio Mazzoccoli di Attuare la Costituzione ha approfondito il ruolo delle Amministrazioni locali in questa battaglia: ha portato l’esempio del sindaco di Terre Roveresche (PU), che ha emanato delibere con cui il Comune si impegna ad applicare gli articoli della Costituzione attinenti al carattere sociale della proprietà privata e contro le privatizzazioni dei beni pubblici. Ha fatto un parallelo con la situazione piombinese, mettendo a disposizione degli operai la sua organizzazione per costruire insieme un percorso per forzare anche l’Amministrazione di Piombino a fare gli interessi della cittadinanza. Infine ha trattato della contraddizione tra ambiente e lavoro, della desertificazione dell’apparato produttivo.
Dopo le relazioni introduttive è iniziato un ricco e interessante dibattito del quale, per motivi di spazio, riportiamo solo alcuni spunti, quelli che hanno portato gli operai della Rational di Massa partendo dalla loro esperienza: è necessario che siano gli operai a mobilitarsi senza illudersi che sindacati di regime, istituzioni e autorità prendano iniziativa per affermare i loro interessi). Il comitato “Lavoro e Futuro per l’Amiata” di Abbadia S. Salvatore (SI) ha sottolineato il legame fra la dignità del lavoro, la salubrità dei territori e la salute delle masse popolari, mettendo ancora al centro il ruolo delle amministrazioni comunali e del protagonismo delle organizzazioni popolari per vincere; l’ANPI ha sottolineato il legame fra antifascismo e dignità del lavoro; interventi di lavoratori in lotta dell’indotto AFERPI, a cui a fine 2017 scadranno gli ammortizzatori sociali, e di di Articolo 1 – Camping CIG hanno rimesso al centro la questione del lavoro e uno di loro ha tirato le conclusioni e formulato la proposta di un documento politico da sottoporre e far sottoscrivere a partiti, associazioni, sindacati, ai sindaci di Piombino e di tutta la Val Cornia; un documento che li chiami in causa e li inchiodi alle loro responsabilità perché “anche a Piombino la Costituzione è violata”.
Il nostro intervento all’assemblea aveva l’obiettivo di mostrare il legame fra la mobilitazione per un lavoro utile e dignitoso, di cui essi stessi stanno alla testa, con la lotta per la rivoluzione socialista: organizzarsi per attuare dal basso e direttamente le parti progressiste della Costituzione, spingere la sinistra sindacale, le amministrazioni locali, i personaggi della società civile a operare come Comitato di Salvezza nazionale di fatto, lottare per il Governo di Blocco Popolare è la strada per fare qui e ora quel percorso che gli operai fecero in Russia nel 1917. Abbiamo ricordato così anche il Centenario della Rivoluzione d’Ottobre.