Il 22 dicembre presso gli spazi di Galleri@rt in Galleria Principe di Napoli, il Partito dei CARC ha promosso un’iniziativa in sostegno alla Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC). Tale appuntamento si è inserito nell’ambito della campagna di celebrazione del centenario della rivoluzione d’Ottobre Il Segnale dell’Aurora e in concatenazione con tante altre iniziative di solidarietà con la RPDC (conferenze, presidi e altro) che stiamo promuovendo in tutto il paese. Il cuore della discussione sono stati gli interventi della segretaria Federale Campana del Partito dei CARC, Fabiola D’Aliesio, del senatore della Repubblica italiana, Bartolomeo Pepe, e della Console della Repubblica bolivariana del Venezuela a Napoli, Amarillis Gutierrez Graffe. E’ stato inoltre proiettato un video di Tele Ambiente (Mario Albanesi) sulle minacce degli imperialisti USA alla RPDC e letto un messaggio di saluto Miriam Pellegrini Ferri del G.A.MA.DI.
Gli interventi e i contenuti espressi in essi, hanno avuto il principale merito di sfatare una serie di miti e di informazioni false diffuse dalla stampa borghese internazionale rispetto alla situazione coreana.
Il senatore Pepe ha trattato dei suoi viaggi nella RPDC. Ha descritto un paese che, nonostante le sanzioni economiche, ha un certo sviluppo e che ha delle particolarità inimmaginabili per un paese come il nostro diretto dai vertici della Repubblica Pontificia. L’esercito, ad esempio, ha funzioni anche di sostegno alla popolazione, svolge lavori pubblici e contribuisce al funzionamento dei servizi.
Le condizioni di vita delle masse popolari, nonostante le difficoltà causate dalle sanzioni economiche, sono dignitose per la stragrande maggioranza della popolazione e vengono curati con attenzione aspetti importanti della vita sociale: il ruolo ricoperto dalle donne, la cura dei bambini, la cura e il rispetto profondo per i mutilati di guerra che hanno combattuto per l’indipendenza del paese e il socialismo, il diritto (reale) per tutti ad avere una casa, il funzionamento del sistema dell’istruzione e di quello sanitario, la grande cura dell’ambiente. Pepe ha segnalato, infine, lo sviluppo tecnologico, delle infrastrutture e anche turistico che sta avendo la RPDC.
La console del Venezuela ha parlato invece della lunga storia di solidarietà e mutuo sostegno esistente tra i due paesi e il destino comune, in qualità di paesi anticapitalisti e antimperialisti, fatto di guerra economica e militare condotta dagli imperialisti USA e i loro servi. I due paesi sono accomunati dal fatto di essere un esempio di paesi non asserviti alla Comunità internazionale degli imperialisti USA, europei e sionisti, che hanno superato mille avversità che cercano di costruire il socialismo. Passaggio centrale del suo intervento, in cui ha denunciato le difficoltà che anche gli organi diplomatici di questi paesi si trovano a dover affrontare [ad esempio la cacciata ambasciatore della RPDC dall’Italia, ndr], è stata l’indicazione alle masse popolari italiane di fare solidarietà con questi paesi, badando bene che “fare solidarietà” vuol dire fare la rivoluzione socialista nel proprio paese.
Il video di Tele Ambiente è stato utile per inquadrare per bene la questione “chi minaccia chi?” e l’uso dell’arma nucleare da parte della RPDC come deterrente, strumento di dissuasione e difesa rispetto ad invasioni imperialiste.
Tanti sono stati gli interventi dei presenti al dibattito, perché tante le riflessioni che l’iniziativa ha suscitato (a dimostrazione che iniziative di questo tipo sono molto utili ed istruttive).
Questi variavano tra quelli che dicevano di aver cambiato idea rispetto alla RPDC dato che prima erano soggiogati dall’intossicazione della propaganda dei media di regime borghese (“dinastia dei Kim”, “regno di oppressione e miseria guidato da un pazzo”, “l’uso del nucleare è da folli”, ecc.); quelli che invece ponevano domande di carattere più ideologico e filosofico, tenendo conto del fatto che un paese sopravvissuto all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione socialista e che dirige un paese come quello descritto da Pepe, è certamente guidato da una particolare visione del mondo e da una produzione teorica che sarebbe bene approfondire e conoscere; altri che condividevano le loro conoscenze della filosofia del Partito del Lavoro di Corea (il Juché e il Songun); altri ancora hanno posto questioni di carattere più economico e politico rispetto alla fase in cui si trova il paese, se si tratta o meno di un paese guidato da revisionisti moderni ed eventualmente in quale stadio di costruzione del socialismo o di ritorno al capitalismo si trovasse la RPDC. Altri ancora che hanno sottolineato, come fatto anche in apertura dalla segretaria Federale, che l’aspetto principale da trattare quando si parla di RPDC è il ruolo che essa ha nella rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato e nell’ambito della resistenza delle masse popolari e dei paesi oppressi dall’imperialismo in tutto il mondo e per questi motivi è importante sostenerla.
La ricchezza del dibattito e degli spunti emersi sono da stimolo ad organizzare ulteriori iniziative sul tema per approfondire la conoscenza e approfondirne la conoscenza della storia della RPDC, della situazione attuale nel paese e della filosofia che guida il Partito del Lavoro.
La segretaria Federale campana del Partito dei CARC ha chiuso l’iniziativa sottolineando il ruolo internazionale che la RPDC ha e che va sostenuto con azioni di lotta, propaganda e solidarietà in tutto il paese. Paesi come la RPDC, il Venezuela bolivariano, Cuba e tutto il resto dei popoli che lottano e si ribellano all’imperialismo devono ricevere da parte dei comunisti e delle masse popolari del nostro paese un’unica risposta: faremo dell’Italia un paese socialista. Solo così sarà possibile contrastare concretamente le minacce militari che gli imperialisti USA e i loro servi, accompagnati dalle mille sanzioni economiche dell’ONU, propugnano contro questi paesi. Bisogna portare per le strade la verità, ovvero che la resistenza della RPDC, del Partito del Lavoro di Corea e del popolo coreano, rafforzano la rinascita del movimento comunista internazionale e di quello antimperialista perché contrasta il disfattismo seminato dalla sinistra borghese e infonde coraggio e fiducia in tutti coloro che nel mondo lottano contro la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, i veri terroristi e criminali di guerra della nostra epoca. La RPDC e il Partito del Lavoro di Corea mostrano con la loro lunga storia alle masse popolari e ai popoli oppressi di tutto il mondo che è possibile resistere agli imperialisti USA e ai loro servi e affrontare situazioni estremamente difficili e complesse.
Non sono i padroni ad essere forti, sono le masse popolari che ancora non fanno valere la propria forza!
Marco C.