[TOSCANA] Non facciamoci scippare la vittoria referendaria del 4 dicembre: applichiamo la Costituzione nelle sue parti progressiste!

Il 15 febbraio, presso il tribunale di Genova, si terrà l’udienza d’appello al compagno Lino Parra, storico membro del Partito dei CARC, lavoratore e antifascista che nel 2009 si mobilitò contro il disegno reazionario delle ronde previsto dal pacchetto sicurezza dell’allora Governo Berlusconi.

Questa udienza è della stessa matrice di quella che il nostro Partito ha vinto di recente a Genova (a tal proposito rimandiamo al nostro comunicato: http://www.carc.it/2016/12/14/genova-dichiarazione-dei-compagni-antifascisti-dalle-aule-del-tribunale/) a riprova dell’accanimento e della persecuzione che all’epoca si scatenò e che perdura tutt’oggi, contro chi, legittimamente e conformemente ai dettami costituzionali, si attivò per farla finita con i tentativi di riabilitazione del fascismo. A Massa un consigliere comunale della Destra, Stefano Benedetti, diede vita alla ronda “SSS” per pattugliare le strade contro la presenza di immigrati. La sera del 25 luglio del 2009 compagni e antifascisti, tra cui il nostro Lino, organizzarono una Ronda Popolare Antifascista per impedire i pattugliamenti dei nostalgici del Duce. Polizia e Carabinieri intervennero per spalleggiare i fascisti e ne nacquero tafferugli a causa dei quali quattro compagni furono arrestati. Alla repressione, alle provocazioni e alle botte, i compagni risposero in modo compatto e deciso: presidio di fronte alla Questura per pretendere il rilascio degli arrestati, blocchi stradali e blocco ferroviario per tutta la notte, conferenza stampa la mattina successiva.

Il compagno Lino è accusato di avere diffamato l’Ispettore Capo della Questura di Massa, Angelo Valentini, definendolo “picchiatore fascista” durante un presidio, nell’ambito delle suddette mobilitazioni. Il giudice in prima udienza ha accolto la richiesta di risarcimento avanzata dall’Ispettore Capo, condannando Lino a 15.000 euro di risarcimento danni per avere offeso “l’onore” dell’agente.

Sì, “l’onore” di quello stesso soggetto che:

-denunciò il Presidente dell’ANPI, Ermenegildo Della Bianchina, classe 1920, ex partigiano, del reato di riunione non preavvisata per aver partecipato ad un’iniziativa promossa dall’ANPI per cancellare una svastica disegnata sulla lapide del giovane partigiano, Aldo Salvetti, trucidato a Massa, dai fascisti durante la Resistenza;

-durante l’arresto, picchiò selvaggiamente Samuele Bertoneri (lo prese a testate), impedendo anche l’arrivo delle autoambulanze chiamate dai compagni per soccorrere il giovane;

-con le sue denunce, cerca di speculare economicamente sulla pelle dei lavoratori, arrivando a chiedere risarcimenti per decine di migliaia di euro per presunti “danni morali o fisici”. Certo, usare le manifestazioni di quanti difendono e applicano la Costituzione, per montare denunce ed “estorcere” soldi ai lavoratori è veramente “onorevole”! Sono i lavoratori che devono chiedere atto delle ingiustizie, dei soprusi, dei morti sul lavoro, delle stragi di stato come quella di Viareggio, della Moby Prince, della Thyssen, dei morti nelle questure e nelle piazze: Cucchi, il massacro alla Diaz, Aldovrandi… altro che Valentini e il suo “onore offeso”!

In verità, l’oggetto del dibattimento è ben altro: è tra chi fa valere la Costituzione, applicandola, e chi l’aggira e la viola apertamente; come ha fatto l’Ispettore Capo Angelo Valentini che, la notte delle ronde, spalleggiò i fascisti, lasciandoli scorrazzare tra saluti romani e provocazioni.

Gli antifascisti che si mobilitarono la sera del 25 luglio 2009, hanno dimostrato che il modo più efficace per difendere la Costituzione e i suoi valori, come l’antifascismo, è quello di attuarla senza farsi legare le mani da leggi, norme e prassi correnti che nella stragrande maggioranza dei casi violano esse stesse lo spirito e spesso anche la lettera della Costituzione. Un insegnamento che vale per tutti coloro che oggi resistono agli effetti peggiori della crisi, alle decine e centinaia di organismi operai e popolari sparsi su tutto il territorio nazionale. Proprio ieri gli operai a Piombino sfilavano nelle strade per il lavoro, la dignità, la difesa dell’ambiente., le Mamme No Inceneritore a Firenze e i comitati a difesa dell’ambiente crescono e si rafforzano.

Per dare sbocco alle legittime rivendicazioni è necessario iniziare ad attuare le parti progressiste e democratiche della Costituzione, fare quello che la classe dominante non fa, porsi come Nuove Autorità Pubbliche e nuove forze di governo, mobilitarsi e coordinarsi per costruire un governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare.

Federazione Toscana del Partito dei CARC

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