Esistono norme di prevenzione e sicurezza per le calamità naturali e le emergenze climatiche del paese (piani di intervento in occasione di terremoti e frane, per ripulire dalla neve paesi e strade e soccorrere le zone più impervie e meno raggiungibili, piani territoriali di prevenzione del dissesto idrogeologico ecc) che non vengono applicate e seguite. Solo nella regione Toscana sono 400 mila gli alloggi vuoti, che si aggiungono ai centinaia di migliaia nelle altre regioni, che potrebbero essere utilizzati da un governo per mettere mano all’emergenza abitativa.
I senza-tetto morti per il freddo, così come gli enormi disagi di viabilità e i danni causati dal maltempo, le problematiche che quest’ultimo provoca alle popolazioni colpite dal terremoto (per via delle strutture poco idonee a resistere al freddo, soccorsi allo sbando, le attività dei piccoli produttori come l’allevamento non tutelate ecc) non sono effetti di eventi imprevedibili e straordinari: sono l’effetto della mala gestione del paese da parte di una classe dominante che non ha interesse e non trova profitto dal fare ciò che è necessario e negli interessi delle masse popolari. Basti guardare alla celerità con cui vengono stanziati miliardi per salvare i debiti di banche e speculatori finanziari (ultimo è il caso MPS!) e alle briciole che vengono destinate agli sfollati dei terremoti degli scorsi mesi, alla tutela del territorio, delle infrastrutture, all’emergenza abitativa e così via. Morti, disagi, sofferenze fanno tutti parte della guerra di sterminio non dichiarata che la classe dominante promuove a danno delle masse popolari, mentre sventola come spauracchio la paura del terrorismo. Nel frattempo i morti in casa nostra aumentano giorno dopo giorno: quelli per il freddo si aggiungono a quelli sul posto di lavoro, per la malasanità, la disoccupazione. Il vero terrorista, nel nostro paese, è la classe dominante che si lava la coscienza con l’elemosina del clero, piangendo lacrime di coccodrillo sulle disgrazie evitabili, con le passerelle televisive, le promesse di un futuro migliore che non può garantire mentre a mani basse approfitta e sfrutta, ruba e specula, inquina e devasta.
Sta alla classe operaia e alle masse popolari quindi prendere in mano le redini del paese, sta a tutti quegli organismi operai e popolari che già oggi resistono a questa guerra (esempio su scala nazionale sono le Brigate di Solidarietà Attiva, il Movimento NO TAV ecc), e che devono rivoltarla contro la borghesia stessa costruendo un proprio governo, un governo d’emergenza popolare che si occupi da subito dello stato d’emergenza in cui versa il paese.
Ezio
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Maltempo, due clochard e un anziano morti assiderati. Otto vittime per il gelo nelle ultime 48 ore
Negli ultimi tre giorni decedute otto persone per il freddo. Un uomo di 81 anni, malato di Alzheimer, ritrovato senza vita a ridosso di un fiume. I due clochard erano entrambi di origini polacche. Sospesi i voli negli scali di Bari e Brindisi. A Pescara rinviata la partita di Serie A
Un pensionato malato di Alzheimer e due senzatetto sono le ultime tre vittime del freddo, che negli ultimi tre giorni ha causato otto morti. Un uomo di 81 anni, Nando Molteni, di Capriano (Monza) è stato trovato morto di freddo a ridosso del fiume Bevera a Briosco, non lontano da casa sua, in Brianza. L’uomo, da tempo malato di Alzheimer, era scomparso nel tardo pomeriggio del 6 gennaio da casa sua a Capriano (Monza). Si era allontanato con indosso solo un maglione e le ciabatte, senza avvisare nessuno. Ha probabilmente perso l’orientamento e, col sopraggiungere del buio, non è riuscito a rientrare. Secondo quanto riferito dai soccorritori, è morto per ipotermia.
Oltre all’uomo, sono stati ritrovati senza vita anche due senzatetto, entrambi di origini polacche. Si tratta di un 66enne, rinvenuto all’interno di un palazzo abbandonato in via Antegnati a Milano e l’altro a Firenze, nei giardini del Lungarno Santarosa. Entrambi erano di origini polacche. Il corpo del 66enne è stato scoperto nel pomeriggio del 5 gennaio ma la notizia è stata diffusa solo oggi dai carabinieri, intervenuti dopo una segnalazione. Da un primo accertamento sembra che la morte sia dovuta ad assideramento ma sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso. L’uomo risulta che non avesse lavoro e casa. Per quanto riguarda la vittima a Firenze , dove la notte scorsa la temperatura è scesa a -6, si tratta di un 48enne. Sprovvisto di documenti e ritrovato da alcuni passanti, è stato riconosciuto da un altro senzatetto.
A causa del maltempo sono stati inoltre chiusi gli aeroporti di Brindisi e Bari, mentre la statale 96 Bari-Matera rimane bloccata. Due aerei partiti rispettivamente da Malpensa e da Praga e diretti a Bari sono stati fatti atterrare in mattinata all’aeroporto di Napoli-Capodichino e da lì viaggiatori hanno proseguito il viaggio sui bus. Cancellato in mattinata anche il volo Napoli-Istanbul. E a subire le conseguenze del maltempo è anche la Serie A, visto che è stata rinviata la partita Pescara-Fiorentina prevista per l’8 gennaio.
Rinviata apertura delle scuole in Basilicata – A fare i conti con il maltempo anche la Basilicata, che ha visto gelare questa notte gran parte del suo territorio. In molte zone della regione, in particolare nel Potentino, la temperatura è scesa ben oltre i -10 gradi. Oggi le criticità maggiori sono causate dal ghiaccio e dal forte vento che ha creato cumuli di neve alti anche più di un metro. Difficoltà sono segnalate alla circolazione in alcune aree di Matera e della provincia, meno “abituate” alla neve, soprattutto nel comprensorio murgiano, al confine con la Puglia. In quasi tutta la Basilicata, le nevicate sono comunque meno intense rispetto agli ultimi due giorni, ma in molti comuni – inclusi Potenza e Matera – lunedì le scuole rimarranno chiuse.
Udine, trasferiti pazienti dal reparto di terapia intensiva – Forti disagi anche in Friuli Venezia Giulia, con temperature scese anche a -10 gradi a Udine. Nell’ospedale del capoluogo friulano i tubi dell’impianto di refrigerazione di uno dei reparti di terapia intensiva del vecchio edificio si sono congelati. Dieci di pazienti sono stati trasferiti in altri reparti. Situazione simile anche al pronto soccorso, dove i tubi ghiacciati hanno causato un guasto all’impianto antincendio, poi ripristinato.
Bloccati sull’Etna a -11 gradi – Una ventina di persone sono rimaste intrappolate a Piano Vetore, a 1.600 metri di quota sull’Etna, a causa della neve e il ghiaccio presente sulla strada che rende impossibile il rientro a casa. Sul posto sono intervenuti i militari del soccorso alpino della Guardia di finanza, volontari e addetti dell’ex Provincia di Catania. Alcuni dei turisti sono stati già condotti nella caserma delle Fiamme gialle di Nicolosi. Le operazioni di soccorso sono ostacolate dal forte vento, con raffiche vicine ai 100 chilometri orari, e la bassa temperatura che ha toccato i – 11 gradi.
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di Roberto Santilli
AMATRICE – Situazione drammatica per alcuni allevatori della zona di Amatrice (Rieti), già straziati dal terribile terremoto dell’agosto del 2016.
In particolare, nella frazione di San Tommaso, l’allevatore Costantino Poggi, 32 anni, che con il fratello gestisce una piccola azienda con 50 animali, in questi giorni di duro maltempo sta vivendo un incubo, con animali che muoiono per il freddo, come due agnellini la settimana scorsa, che da tre giorni non bevono a causa delle tubature ghiacciate, e che neppure possono mangiare il fieno, ghiacciato anch’esso. E che arrivano pure ad abortire.
“Siamo allo stremo – dice Poggi ad AbruzzoWeb – e con la produzione di salumi e formaggi ferma ad agosto, cioè al sisma. Siamo stati costretti a mettere gli animali in un capannone di fortuna ma che purtroppo non è idoneo, visto che non ripara dalla neve né dal freddo. Ieri notte la temperatura è stata di -16 gradi. Abbiamo mucche, cavalli, pecore, capre, maiali, ma davvero non sappiamo più come fare per andare avanti. Speriamo che qualcuno ascolti il nostro grido di disperazione, non solo nel Lazio ma anche nel vicino Abruzzo”.
Poggi – che vive ancora con la famiglia in una roulotte a causa dei ritardi per le abitazioni provvisorie – sottolinea quella che secondo lui è una situazione di disagio soprattutto per i piccoli allevatori, “perché chi è grande ha ricevuto da parte delle istituzioni un trattamento migliore. Non siamo stati trattati allo stesso modo, si sono create disparità enormi. Avremmo bisogno di una tensostruttura in un luogo adatto, cioè che almeno abbia la strada praticabile e le tubature in buone condizioni, qui invece sembra l’apocalisse”.
La famiglia di Costantino Poggi (che lavora anche come cuoco e che è tornato in fretta e furia dal Portogallo, dove stava lavorando come sempre per la stagione estiva, ad agosto 2015 in seguito al maledetto terremoto del 24), ha subìto lutti ed ha lasciato suo papà, sua mamma e suo fratello feriti.
“Da quel sisma – commenta con rabbia e amarezza – la nostra vita è letteralmente cambiata. Ma adesso le istituzioni, a cominciare dalla Regione Lazio, devono darsi una svegliata. Noi e tanti altri siamo qui a soffrire e a fare di tutto per non mollare, ma abbiamo bisogno di aiuti veri, concreti. E basta con le disparità di trattamento, basta con il metodo politico all’italiana di figli e figliastri cui assistiamo da ormai quasi cinque mesi”.