[Toscana] Ripartire dal 4 Dicembre: controllo e attuazione delle parti progressiste della Costituzione

 

Rilanciamo il comunicato del Coordinamento regionale dei Comitati toscani per il NO al referendum costituzionale. Questo comunicato segna un passo avanti nella mobilitazione in difesa della Costituzione poiché non lascia al voto del 4 Dicembre il destino della Costituzione stessa e della sua attuazione, ma rilancia la lotta per il controllo del rispetto dei sui principi democratici e progressisti. Dal comunicato emerge in maniera palese che il nuovo governo non è per niente nuovo, e che non bisogna dargli carta bianca!

E’ sempre più chiaro che aver difeso la Costituzione il 4 Dicembre non basta: è necessario raccogliere l’alta partecipazione e il rifiuto che le masse popolari hanno dichiarato verso le politiche dei governi espressione dei gruppi imperialisti, farne strumento di organizzazione e lotta. Controllare e vigilare sull’attuazione della Costituzione però, deve servire a mobilitare le decine e centinaia di organismi operai e popolari che sono nati sull’onda del NO al referendum per attuare la Costituzione dal basso: difendere i posti di lavoro, l’ambiente, la salute, il diritto allo studio, ecc. Insomma, vuol dire mobilitarsi da subito per attuare proprio quei principi costituzionali democratici e progressisti difesi il 4 Dicembre. La campagna per i referendum sociali è un terreno favorevole per rilanciare!

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I comitati per il No al Refedrendum vanno avanti, occhi puntati su referendum sociali e legge elettorale rispettosa della Costituzione

Il Coordinamento regionale dei Comitati toscani per il NO nel referendum costituzionale, riunitosi nei giorni scorsi, esprime grande soddisfazione per l’esito del voto del 4 dicembre, che ha cancellato il tentativo di stravolgere in senso centralista e presidenzialista l’impianto istituzionale della nostra Repubblica

2gennaio 2017 dal Coordinamento toscano dei comitati per il No nel referendum costituzionale

L’ampia prevalenza del NO, e prima ancora l’altissima partecipazione degli elettori e delle elettrici, hanno confermato l’attualità della Costituzione del 1948 e la volontà popolare di mantenerne la piena validità a garanzia del nostro sistema rappresentativo parlamentare. La capacità  degli elettori – dimostrata oggi come nel 2006 – di respingere col voto referendario i tentativi di stravolgimento della Costituzione non deve farci dimenticare che il permanere di meccanismi elettorali maggioritari imporrebbe almeno l’innalzamento della maggioranza richiesta dall’art. 138, innalzamento comunque auspicabile.

Anche la limitata vittoria dei sostenitori della ‘riforma’ a livello toscano (52,5%) non cancella la valutazione positiva, visto che nel corso della campagna referendaria la nostra regione è stata oggetto di particolare attenzione, con un enorme spreco di risorse finanziarie e di impegno profuso da Matteo Renzi e dal suo ‘giglio magico’ sul territorio. Un sincero ringraziamento va dunque alle toscane e ai toscani che hanno voluto difendere la sovranità popolare.

Inevitabile appare invece un giudizio negativo sui comportamenti successivi dei principali sostenitori della ‘riforma’, concretizzato nella riproposizione di un governo-fotocopia del precedente e teso a banalizzare l’accaduto confermando, con l’aiuto di una parte della stampa, sia le presunte aspirazioni razionalizzatrici che una visione ingannevolmente trionfalistica delle politiche del governo Renzi. 

Vista la loro finalità di difesa della nostra Costituzione e di realizzazione dei suoi valori, i Comitati toscani ritengono dunque necessario proseguire la loro attività, come proposto dai direttivi dei comitati referendari nazionali, per svolgere nella nuova fase che si apre un ruolo di vigilanza attiva per il rispetto della volontà popolare e per il superamento della situazione di illegittimità di una maggioranza parlamentare frutto di una legge elettorale incostituzionale. 

Lanciano per questo un appello ai tantissimi giuristi e intellettuali che si sono impegnati nella campagna referendaria, affinché confermino la disponibilità a proseguire la loro collaborazione per una corretta informazione della opinione pubblica.

Fondamentale appare anche giungere finalmente ad una legge elettorale rispettosa dei principi costituzionali, che tenga conto delle valutazioni che la Corte Costituzionale ha già espresso nella sentenza n. 1/2014 e coerentemente non potrà che confermare il 24 gennaio nel giudizio sui ricorsi presentati contro l’italicum, ormai di fatto inapplicabile.

Una particolare rilevanza assumono, in questo quadro, il ritorno alla elettività dei consigli provinciali e gli strumenti di democrazia diretta già presenti (referendum abrogativi e leggi di iniziativa popolare), mediante i quali gli elettori potranno esprimere la loro volontà a fronte di un Parlamento di dubbia rappresentatività. Grave sarebbe qualunque tentativo di ostacolare l’esercizio di questo fondamentale diritto con artifici, quali quelli ipotizzati – fra gli altri – sul Jobs Act, sui quali chiediamo con forza che vigili il Presidente della Repubblica.

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