A novembre è uscito il numero 54 de La Voce del (nuovo)PCI. Come ognuno dei numeri precedenti è disponibile presso ogni Sezione del P.CARC, ogni Federazione e presso il Centro Nazionale. A differenza dei numeri precedenti la diffusione è meglio curata e il nostro obiettivo è che sia più ampia e capillare. Cioè dal n. 54 ci poniamo di fare meglio il lavoro di sostegno all’attività del (nuovo)PCI, in questo caso la diffusione della sua stampa.
Il motivo di questa “rettifica” è che con la pubblicazione dell’intervista al compagno Ulisse, Segretario Generale del (nuovo)PCI, su Resistenza n. 11-12/2016, abbiamo aperto una riflessione più profonda sulla natura della Carovana e sulla relazione (unità, differenze ruoli e legame) fra P.CARC e (nuovo)PCI che ci ha consentito di riconoscere come e quanto al nostro interno esista e sia radicata la tendenza a “dare per scontate” l’esistenza di due partiti comunisti “fratelli” nello stesso paese, la clandestinità del (nuovo)PCI (e in cosa consiste), il ruolo e l’esistenza del P.CARC come “partito del Governo di Blocco Popolare” e la linea del Governo di Blocco Popolare che ha senso solo alla luce della strategia della Guerra Popolare Rivoluzionaria diretta dal (nuovo)PCI. Dare per scontate, insomma, elaborazioni e caratteristiche particolari (che attengono alle caratteristiche del nostro paese) e innovative (rispetto all’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale) di cui la Carovana del (nuovo)PCI si è dotata per fare la rivoluzione socialista in un paese imperialista come lo è il nostro.
“Dare per scontato”, però, è il presupposto per minare quel rigore scientifico, per annacquare quella dedizione alla causa, per ostacolare la granitica certezza che il comunismo è il futuro dell’umanità che hanno da sempre distinto la Carovana e animato i suoi membri.
Da qui la rettifica, necessaria e salutare: letture collettive e discussioni dell’intervista al compagno Ulisse, la promozione di una maggiore sinergia fra l’attività ordinaria del P.CARC e l’opera del (nuovo)PCI, la promozione di dibattiti, conferenze, assemblee sulla lotta di classe negli anni ’70 (bilancio dell’esperienza delle BR, lotta contro la repressione, il pentitismo e la dissociazione) che è stata “la culla” della Carovana e fonte di grande insegnamento per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato di cui è promotrice.
Fa parte di questa rettifica anche il trattare meglio il contributo inestimabile e continuativo che il (nuovo)PCI offre al movimento rivoluzionario italiano e internazionale con la pubblicazione de La Voce dal 1999.
Trattare meglio significa in questo caso non limitarsi a pubblicare la notizia dell’uscita del numero 54 de La Voce, ma trattarne alcuni dei contenuti per come sono indispensabili all’obiettivo del P.CARC, la costituzione del Governo di Blocco Popolare.
E il numero 54 de La Voce è in questo senso e a questo scopo un esempio ottimo perchè, torno per un attimo alla tendenza a “dare per scontato” l’elaborazione della Carovana, tratta argomenti decisivi per noi del P.CARC, per i nostri referenti e in generale per chi ha la falce e il martello nel cuore.
Il primo e principale è l’affermazione che la rivoluzione socialista è in corso. “La rivoluzione socialista è la guerra popolare rivoluzionaria, promossa dal partito comunista e condotta dalla classe operaia alla testa del resto delle masse popolari contro la borghesia e il suo clero, quindi contro i vertici della Repubblica Pontificia. È una combinazione di tutte le lotte di massa e le iniziative di partito che oggi conduciamo, scelte e condotte ognuna nel quadro della guerra che stiamo promuovendo e finalizzate alla nostra vittoria, quindi con obiettivi da raggiungere, una strategia per ogni obiettivo e tattiche per realizzare ogni strategia”. La rivoluzione, dunque, non scoppia, ma inizia quando si costituisce il partito comunista adeguato a dirigerla. Ma fare la rivoluzione socialista, la rivoluzione socialista che è in corso in Italia, cosa significa? Per noi del P.CARC significa dedicare ogni forza e risorsa alla costituzione del Governo di Blocco Popolare. Questo è il contributo che diamo alla Guerra Popolare Rivoluzionaria diretta dal (nuovo)PCI.
La rivoluzione socialista è quindi già in corso perché ci sono i comunisti che la promuovono (organizzano educano, formano e mobilitano le masse popolari) e la pratica di ogni comunista, conseguente all’affermazione che la rivoluzione socialista è in corso, si deve basare sulla conquista della concezione comunista del mondo (conoscenza, assimilazione e uso) come strumento di analisi e guida per l’azione.
Argomento, questo, trattato in un altro articolo (“2017 – Il nuovo anno e i nostri compiti: le tre questioni principali che dobbiamo affrontare”): “la trasformazione che i comunisti devono compiere essi stessi in se stessi e su se stessi, come individui e organismi, per liberarsi dal sistema di controrivoluzione preventiva messo in opera dalla borghesia imperialista”. (…) “E’ una trasformazione che su se stessi i comunisti devono compiere già ora nella società borghese, con un particolare sforzo e disciplina individuali e grazie alla scuola, al processo di formazione permanente che seguono nel partito comunista. Questa trasformazione è indispensabile per rendere i comunisti (il partito, i suoi organismi e i suoi membri) capaci di svolgere il loro ruolo di progettare, organizzare e dirigere (in sintesi di promuovere) la rivoluzione socialista.”.
Nell’articolo “Le tre trappole”, infine, Sergio G. approfondisce l’argomento che già avevamo trattato su Resistenza n. 11-12/2016 “Manipolazione mediatica, mondo virtuale, fragilità psicologica e lotta per il socialismo” e lo sistematizza rispetto alla riforma intellettuale e morale che i comunisti dei paesi imperialisti devono compiere: la prima delle tre trappole è “Il primo pilastro (del regime di controrivoluzione preventiva – ndr) e in particolare l’ampia diffusione di teorie che creano un meccanismo di intossicazione, confusione e diversione dalla realtà diretto a conformare la mente e i cuori delle masse popolari distogliendole dalla lotta di classe e soprattutto dalla comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe.”
La seconda sono le attività correnti. “La borghesia imperialista ha moltiplicato e diversificato le attività del tempo libero, gli oggetti di consumo e d’uso messi a disposizioni delle masse popolari dei paesi imperialisti, le droghe e gli psicofarmaci in circolazione, le relazioni tra individui e gruppi fatti diventare relazioni sociali imposte a ogni individuo fino a saturare il tempo libero che i lavoratori hanno strappato alla borghesia e anche quello di chi non lavora”.
La terza trappola è il mondo virtuale: “un mondo che simula il mondo reale, libero però dai limiti e restrizioni che il mondo reale comporta, frutto di fantasia e immaginazione, che distoglie dal mondo reale a vantaggio di un mondo immaginario e arbitrario in cui rifugiarsi, anziché impegnarsi nel trasformare il mondo reale.
Bisogna che i comunisti anzitutto si liberino loro stessi da queste tre trappole, è parte della riforma intellettuale e morale che devono intraprendere per rendersi capaci di promuovere la rivoluzione socialista in un paese imperialista”.
Questi sono, in estrema sintesi, i contenuti del numero 54 de La Voce del (nuovo)PCI da cui ogni compagno e ogni compagna, ogni operaio, ogni lavoratore, ogni giovane delle masse popolari può attingere per orientarsi, per attivarsi, per trasformarsi. Per questo, e torno all’inizio dell’articolo, ogni Sezione e ogni Federazione del P.CARC organizza letture collettive e discussioni e diffonde, più capillarmente e ampiamente di prima, La Voce del (nuovo)PCI.
Resistenza, in questo processo, si assumerà un compito specifico: raccogliere ciò che emerge dalle discussioni, le domande, le osservazioni, le critiche, le proposte; elaborarle e sintetizzarle e trattarle. E’ un’attività che farà bene anche alla nostra trasformazione in organo di propaganda della costituzione del Governo di Blocco Popolare, che è strumento per fare la rivoluzione socialista in Italia.
Il Direttore di Resistenza
Pablo Bonuccelli